Politica
Un SuperTuesday a Seattle, tra i supporter di Hillary e Obama
I comitati che sostengono i candidati Democratici seguono i risultati e si preparano a fare la differenza nelle primarie di sabato prossimo
Sabato prossimo insieme a Louisiana, Nebraska e Virgin Island, le primarie fanno tappa nello Stato di Washington, che da solo ha 97 delegati e che dunque potrebbe rovesciare il risultato dei Democratici (Hillary e Obama sono a meno di 100 delegati di differenza). I coordinatori delle campagne di Obama e Clinton ne sono consapevoli e lo ripetono ai volontari che li circondano.
?Dai prossimi giorni l?attenzione della stampa sarà tutta su di noi? ripete Nathan William, presidente del comitato per Obama, un ragazzo di meno trent?anni con la passione per la regia e per il Senatore dell?Illinois naturalmente. ?Dobbiamo essere pronti a fare del nostro meglio. Coinvolgiamo tutti, colleghi, amici, parenti. Basta indossare una delle nostre magliette di Obama e andare in un bar: la gente si farà delle domande e il nostro obiettivo è già raggiunto?. |
Inoltre su
L’Altra America |
Il grande problema, spiega Nathan è la partecipazione: alle scorse primarie i votanti sono stati un numero ridicolo, non oltre un migliaio, circa il 2% degli aventi diritto. Per questo, l?importante, ripetono tutti, è ?show up?, farsi vedere in giro, e lanciare un semplice messaggio: io vado a votare e sono per Obama.
Il comitato che sostiene Obama segue il ?SuperTuesday? con molta attenzione, dalle 16 e fino a ben oltre le 22. Tutti insieme in un pub, un panino e una birra, mentre la Cnn scorre sui maxi schermi. Per ogni Stato conquistato dal loro beniamino l?applauso parte spontaneo, quando c?è il suo speech il silenzio piomba di colpo, quando è Hillary a tenere banco l?organizzatore abbassa il volume e avvisa ?Rimetteremo l?audio quando questo programma poco interessante sarà finito?.
?Fino a qualche settimana fa ero indeciso su chi votare – ci dice David, un supporter di Obama al termine del discorso ? ma io credo che l?America oggi sia troppo divisa e la Cliton non è capace di mettere tutti insieme. Obama invece è ciò di cui l?America in questo momento ha bisogno?. Al tavolo di David siete un ragazzo di colore che dice di chiamarsi Shakespeare; le sue parole, ad Obama, sembrerebbero davvero poesia. ?Sono a dir poco entusiasta di partecipare a questa campagna? ci risponde quando gli chiediamo cosa si prova da AfroAmericano a votare il primo AfroAmericano della storia degli Stati Uniti. ?Ma non è una questione di razza – assicura – Obama cambierà la storia, ma non solo quella degli Stati Uniti. E io sono orgoglioso di essere parte di questo fantastico momento?.
Credi che Obama sia abbastanza nero? gli chiediamo, riprendendo una questione molto discussa sui giornali. ?Si certo ? dice sorridendo ? ma non è solo abbastanza nero, è l?essenza dell?essere neri, è ?inspiring? e intelligente e per questo è il nero giusto per afroamericani, asioamericani, euroamericani, per tutti insomma?.
I supporter di Hillary Clinton sono più rilassati, si ritrovano in un pub in centro, chiacchierano e brindano, mentre scorrono i risultati. Ci sono senatori e congressmen che rilasciano interviste e un?addetta stampa che corre da una parte all?altra. Una signora bionda è la sentinella: ha un foglio giallo su cui ha segnato tutti gli Stati in ballo e di volta in volta ci mette vicino un O (Obama) o un H (Hillary).
Per ogni H dà il via ad un applauso, la seguono tutti, poi tornano a mangiare. Una ragazza con i pennarelli scrive su un cartellone ?Hillary?, forse si porta avanti per sabato prossimo. Avviciniamo un gruppo di ragazzi, hanno l?aria di divertirsi in gruppo; chiediamo loro perché votano Hillary. ?In realtà non ho ancora deciso ? ci dice la prima ? sono qui per farmi un?idea?. ?Io condivido le sue idee sull?economia ? dice la sua amica ? credo che solo lei possa essere affidabile. E poi sono favorevole alla fine della guerra in Iraq?. ?Io condivido il suo piano per l?health care ? aggiunge l?unico ragazzo del gruppo, un piercing al labbro e occhialini da intellettuale ? lei è l?unica che garantirà l?assistenza sanitaria a tutti?.
Una signora di colore parla con delle amiche ma vede la mia telecamera e non si tira indietro. ?Voto Hilary perché è una donna ? dice ? ma anche perché ha molta esperienza,. Mi piace il suo piano sull?health care, spero che questa volta riesca a realizzarlo. In realtà, la voterò perché i suoi valori sono i miei?.
Lo stato di Washington ha le idee chiare: appuntamento al 9 febbraio con una nuova sfida all?ultimo sangue.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.