Welfare

Un sostegno che evita l’interdizione

Evitare l'interdizione e l'inabilitazione nei confronti delle persone che si trovino nell'impossibilità di provvedere alla cura della propria persona.

di Redazione

Evitare l’interdizione e l’inabilitazione nei confronti delle persone che, a causa di una grave malattia o menomazione o, per l’età avanzata si trovano nell’impossibilità, anche temporanea di provvedere alla cura della propria persona, dei propri interessi o di amministrare il proprio patrimonio. A questo mira la creazione dell’amministratore di sostegno disposta dal giudice tutelare prevista dal disegno di legge approvato dalla Commissione giustizia della Camera. Quando verrà approvata definitivamente, questa proposta di legge andrà a colmare un vuoto. La posizione giuridica delle persone impossibilitate a curare i propri interessi, che non siano del resto sottoposte a interdizione o inabilitazione, oggi non è disciplinata da alcuna norma. Unica disposizione (soprattutto per persone con handicap psichici) che soccorre questo assenza è quella che consente al giudice tutelare di adottare provvedimenti urgenti per l’amministrazione e la conservazione del patrimonio del soggetto sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (ex art. 35, comma 6, legge 833/78). La proposta di legge quindi, interviene in tutte quelle ipotesi di gravi malattie o menomazioni fisiche o mentali, anche non riconducibili a situazioni di handicap che rendono impossibile la tutela dei propri interessi. La scelta dall’amministratore di sostegno avviene con esclusivo riguardo per gli interessi del beneficiario e secondo i criteri previsti per il tutore. È stata introdotta inoltre una forma di pubblicità attraverso l’istituzione del registro delle amministrazioni di sostegno. In caso di modesta entità degli interessi e dell’impegno dell’attività di gestione, il giudice tutelare può, nel decreto di nomina, disporre la gratuità dell’ufficio che, in questo caso, viene preferibilmente affidato nell’ambito del volontariato.


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