Non profit

Un sito web per organizzare le voci della protesta

Usato da giornalisti e società civile, Crowdvoice è diventato la piattaforma più aggiornata per avere notizie sui movimenti di protesta in giro per il mondo

di Ottavia Spaggiari

 

Si chiama Crowdvoice, letteralmente "voce della folla" ed la piattaforma web che raccoglie ed organizza contenuti, informazioni e notizie d’ultim’ora generate dagli utenti della rete, sulle proteste dei civili in giro per il mondo. Creata dall’associazione dei giovani mediorientali, Mideast Youth, Crowdvoice intende ottimizzare il flusso di informazioni sulle proteste che confluiscono sul web.

Citizen journalism, giornalismo dei cittadini allo stato puro, che viene verificato proprio dai cittadini stessi. Il fact checking viene assicurato infatti grazie al sistema aperto che il web garantisce e alla libertà di interloquire con chi ha generato quelle informazioni, assicurando quindi un sistema di verifica dei fatti in crowdsourcing.

“Tutti hanno la possibilità di intervenire”, spiega Esra’a Al shafei portavoce di Mideast Youth. “Crowdvoice ti dà la possibilità di dire: questa cosa che viene segnalata in realtà non sta succedendo, è solo propaganda.“

Crowdvoice è stato creato per rispondere alla necessità di razionalizzare le informazioni offerte dalla società civile. Una necessità resa sempre più pressante dai movimenti di protesta e rivoluzione che hanno preso forma negli ultimi anni e che sono stati raccontati grazie alle rete, da Occupy Wall Street alla Primavera Araba. “Le proteste hanno dato forma ad un flusso di informazioni impressionante, generato principalmente dagli utenti. Le persone scrivevano sui propri blog e mettevano video su youtube.” Spiega Esra’a Al shafei. “Noi ci siamo resi conto che trovare queste informazioni nella vastità del web era davvero troppo difficile. Per questo abbiamo deciso di creare Crowdvoice. Per razionalizzare queste informazioni.”

In questi ultimi giorni il sito, che funziona come una sorta di Pinterest, puntando moltissimo sulle immagini delle proteste, ha raccolto soprattutto informazioni sugli scioperi generali anti-austerity e i disordini che si sono verificati a Madrid e nonostante il progetto sia in un certo senso figlio della primavera Araba, il maggior numero di utenti ad utilizzare Crowdvoice sono in Messico.

Crowdvoice si è rivelato un utilissimo strumento anche per i giornalisti, per cui la piattaforma risulta un ricco archivio di informazioni di prima mano. Attraverso il sistema di ricerca, il sito permette infatti di ricostruire la cronologia degli eventi, analizzando lo sviluppo dei movimenti di protesta.

“E’ possibile creare infografiche basate sulle informazioni fornite dalle persone. Il sito offre dati chiari: il numero dei civili, rispetto al numero dei militari che hanno preso parte alla protesta, il numero di persone che sono state ferite e anche il numero di persone che sono rimaste uccise. La veridicità dei dati è sempre supportata dai numeri”, spiega Esra’a Al shafei. “E poi se qualcuno ha qualcosa da obiettare sulle informazioni fornite, è possibile contestare e offrire la propria versione dei fatti, portando a supporto la propria fonte. “

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