Formazione

Un salvagente per 16mila precari

Dal Cdm il via libera definitivo alla norma per tutelare Ata e docenti disoccupati

di Redazione

Alla fine il governo ha mantenuto tutti gli impegni presi. È di ieri l’ok del Consiglio dei Ministri ad inserire nel decreto legge Ronchi (in materia ambientale) la norma che tutela il personale ausiliario della scuola e i docenti precari. Ultimo step dell’intesa – la prima parte dell’accordo è stata siglata lo scorso 3 settembre – il via libera del governo concretizza la trattativa tra tecnici del ministero e sindacati per quelli che sono stati chiamati «contratti di disponibilità».
«Il provvedimento», ha spiegato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini al termine del Cdm, «inizierà il suo iter parlamentare da subito e avrà validità solo per il 2009».

Ma cosa prevede la norma inserita nel decreto Ronchi?
Il provvedimento garantisce a chi resta a casa la precedenza assoluta nelle supplenze e l’assegnazione dei dodici punti utili alla graduatoria (la cosiddetta nomina giuridica) per il 100% dei docenti precari e per il 50% del personale Ata precario.
Il provvedimento riguarda 16mila docenti e 7mila Ata (numeri confermati dal sindacato), ovvero quei precari iscritti nelle graduatorie permanenti o ad esaurimento che hanno avuto un incarico annuale lo scarso anno o fino al termine delle lezioni, e che quest’anno sarebbero stati licenziati.

L’accordo Stato-Regioni
Un altro punto del pacchetto salva-precari, approvato la scorsa settimana, prevedeva la creazione di nuovi posti di lavoro sul territorio, sostenuti da risorse finanziarie regionali. Ad oggi, sono arrivate le firme di una decina di Regioni – ultima in ordine di tempo la Lombardia – che hanno dato la loro disponibilità per interventi territoriali a favore dei precari.
Prevedendo un’emissione media di 12/13milioni di euro a Regione – la Lombardia ne ha destinati 15, la Sicilia 16 e l’Abruzzo 19 – si stima un’emissione totale di 200 milioni di euro, pari a 6mila potenziali contratti a progetto per ampliare l’offerta formativa.

Marco Paolo Nigi, segretario nazionale Snals-Confsal, il sindacato autonomo della scuola che ha seduto a tutti i tavoli della trattativa, ha mostrato soddisfazione per il via libera di oggi, con particolare apprezzamento al lavoro di intermediazione del ministro dell’Istruzione. «Ma questa è solo una prima parte», ha detto Nigi in un’intervista a Vita, «il problema precari non è ancora risolto, ora dobbiamo occuparci di quelli esclusi dal provvedimento».

I precari non salvati dal pacchetto
In totale, i precari della scuola sono 90mila docenti e 200mila Ata, oltre il 20% dei dipendenti. Dell’intero corpo – 1milione e 100mila persone – quasi 300mila hanno un incarico a tempo determinato «su un posto libero, ecco l’assurdità», continua Nigi, che qui di seguito ha anticipato a Vita le proposte del sindacato per eliminare il problema di tutti i precari.

•    Abolizione dell’organico di fatto e inserimento di tutti i posti nell’organico di diritto. Rendere cioè tutti i posti disponibili per l’immissione in ruolo.
•    Abolizione dei contratti con le cooperative di pulizie, che valgono 630milioni di euro, pari a 25mila posti di lavoro per gli Ata.
•    Consentire il pensionamento a chi ha raggiunto i 40 anni di servizio.

Convenzione Inps
L’ultimo punto del pacchetto salva-precari, anch’esso approvato la scorsa settimana, prevedeva un sistema di ammortizzatori sociali nella forma di un sostegno al reddito per l’80% della retribuzione, per una durata di 8 mesi, relativamente ai periodi non lavorati.

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