Non profit

Un salvagente chiamato impresa sociale

Il ruolo delle "saving company"

di Redazione

La legge 155 fornisce l’opportunità di creare
veicoli imprenditoriali che ammortizzino la crescita della disoccupazione e il ristagno dei consumi
Impresa sociale come “saving company”. Il dato di fatto è che circa 500mila persone rischiano di “stare a casa” nei prossimi mesi. È una previsione realistica che può essere attenuata se si creano delle saving company che sono le nostre imprese sociali “ex lege” (l.118/05, dlgs155/06 e G.U. dell’11 aprile 2009). La storia economica dice che nei momenti di crisi la cooperazione, che è un insieme di imprese sociali, è stata una via d’uscita. Oggi le imprese sociali possono svolgere questo ruolo complementare. Infatti esse hanno fra i loro obiettivi la tutela dei lavoratori che sono in procinto di perdere o hanno perso il posto di lavoro. Lo sviluppo di queste imprese può ammortizzare la crescita della disoccupazione e il ristagno dei consumi perché si tratta di “veicoli imprenditoriali” anticrisi pensando anche al dopo crisi. L’impresa sociale non profit è una azienda di “produzione” che si definisce come soggetto giuridico del libro I e V del Codice civile nonché come cooperativa sociale e loro consorzi ed enti religiosi. Ed assume il ruolo di saving company quando svolge ruolo di imprenditorialità reale che è possibile in qualsiasi settore economico se esercita attività di impresa al fine dell’inserimento lavorativo di soggetti che siano lavoratori svantaggiati o lavoratori disabili.
Ma cosa significa «lavoratore svantaggiato» secondo il regolamento della Ue citato nel dlgs 155/06? Il regolamento comunitario intende qualsiasi persona appartenente ad una categoria che abbia difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro, vale a dire qualsiasi persona che soddisfi uno dei criteri seguenti: giovane che abbia meno di 25 anni o che abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito; persona che desideri intraprendere o riprendere un’attività lavorativa e che non abbia lavorato né seguito corsi di formazione, per almeno due anni, in particolare che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita familiare; persona di più di 50 anni priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; disoccupato di lungo periodo; qualsiasi donna di un’area geografica con certe condizioni di disoccupazione.
Le cooperative sociali che si iscrivono come imprese sociali alle Camere di commercio mantengono gli stessi sgravi fiscali, ma acquisiscono un ruolo imprenditoriale riconosciuto dal sistema economico e istituzionale. La sezione delle imprese sociali esprimerà inoltre una rappresentanza nel consiglio delle Camere di commercio. E di conseguenza avremo: prezzi di vendita di beni e servizi più bassi; una propensione a mantenere i consumi a livelli equilibrati per il sistema socio economico; più potere d’acquisto per le famiglie e i cittadini il cui reddito sarà ridimensionato dalla crisi generale; un accesso a finanziamenti agevolati a fronte di una maggiore negozialità istituzionale.
È possibile inoltre creare imprese sociali spa o srl che non distribuiscano dividendi per alcuni anni, ma che in seguito, se ben gestite, possano trovare sbocchi di vendita per gli asset azionari. Forse vale la pena incominciare a sviluppare questa tipologia di saving company e pensare anche al futuro “dopo crisi” con una stabilizzazione imprenditoriale che gestirà il futuro. Le imprese sociali possono nascere anche da “spin off” dell’impresa for profit, da essa giuridicamente autonoma e tale da sviluppare ruolo imprenditoriale tramite l’attività lavorativa di dipendenti che altrimenti sarebbero disoccupati. Queste imprese potrebbero operare in settori a valenza sociale ed integrativa all’attività della for profit di riferimento, in ambiti meno colpiti dalla crisi (per esempio servizi turistici, food and beverage a “brand” di tradizione locale, ecc.), oppure in settori di nicchia indispensabili per i nuovi stili di vita e di consumo ai quali dovremo adattarci (come le energie rinnovabili) ed in quelli non delocalizzabili, a basso impatto ambientale e a km zero. Altra possibilità può essere la creazione di spin off che presidino linee di prodotti/servizi di sottomarca per mantenere o sviluppare quote di mercato oppure prodotti/servizi con private label ed inoltre start up e sviluppo di imprese specializzate nel low cost. Altra opportunità è il mantenimento di linee di produzione e vendita che altrimenti sarebbero fuori mercato se si mantenesse la formula della Spa con distribuzione degli utili. Ed anche la creazione di “charity shop”. È una proposta reale con un riferimento giuridico preciso.

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