Politica

Un programma ambizioso: rispondere alle reali esigenze delle famiglie

L'assessore Gian Carlo Abelli traccia un bilancio dell'attività del 2006 e indica le linee di azione per i prossimi anni. Per dare corpo alla riforma in atto

di Redazione

Anziani che corrono il rischio di rimanere soli, mamme che lavorano, figli con problemi di dipendenza da alcol o da sostanze stupefacenti, disabili. Insomma, famiglie dei nostri tempi. A loro ci rivolgiamo e a loro indirizziamo la nostra azione programmatica. E in questi anni abbiamo lavorato sodo per creare una rete socio-sanitaria ancora più forte. Principio e metodo Il 2006 si chiude molto positivamente, perché ha visto, fra le altre cose, l?approvazione del Piano Socio-Sanitario regionale per il prossimo triennio. Non si tratta soltanto di un documento di programmazione, ma soprattutto di un piano di lavoro che testimonia con numeri e dati la bontà di una riforma che Regione Lombardia ha voluto del sistema dei servizi alle famiglie e in particolare a tutela di tutte le situazioni di fragilità. Sembrerà un paradosso, ma più la società corre e si evolve, più i problemi aumentano e sono proprio legati alla quotidianità della vita. Noi siamo partiti da un principio e abbiamo seguito un metodo. Il principio è quello della centralità della famiglia tradizionalmente intesa. Il metodo è quello del primato della persona e delle formazioni sociali sullo Stato. L’obiettivo che ci siamo posti con questo Piano è di consolidare il modello di welfare sussidiario e solidale centrato sulla libertà di scelta. Partiamo da dati di fatto per comprendere pienamente quanto detto finora. Oggi assistiamo a un aumento della popolazione anziana, perché la vita media si è allungata. La famiglia vede ormai entrambi i genitori impegnati ognuno con il proprio lavoro a far fronte alle spese indispensabili per condurre un livello di vita che si possa dire normale. Abbiamo quindi sentito il dovere di cambiare testa e mentalità delle politiche sociali: per affrontare questioni come per esempio la condizione dei più anziani è stato necessario scegliere di voltare pagina riorganizzando tutto il sistema, puntando sui voucher socio-sanitari, cioè dei buoni, in modo da poter essere assistito all’interno della propria famiglia. Abbiamo così evitato che gli anziani vivessero il trauma non solo dell?età della vecchiaia, ma il trauma peggiore: il distacco dai propri affetti. Le innovazioni Questo metodo avviato cinque anni fa, inizia a darci ragione: i beneficiari del voucher sono passati nel biennio 2003-2005 da 10mila a 18.658. Dal 2004 le Asl sono state costantemente stimolate dal livello regionale a governare il processo di introduzione del voucher e in questo modo abbiamo strutturato in modo coordinato il sistema degli interventi domiciliari sul nostro territorio. I soggetti privati accreditati per erogare il buono socio-sanitario sono passati da 133 nel 2003 a 205 nel 2005. Va precisato anche che disponiamo di un enorme patrimonio umano rappresentato dai nostri operatori che attraverso le strutture certificate come le Rsa – Residenze sanitario assistenziali, i Cdi – Centri diurni integrati, le Rsd – Residenze per disabili, consultori, asili nido, si prendono cura delle nostre famiglie. Bisogna poi ricordare che continua l?attività della Borsa dei Progetti Sociali, per promuovere partnership fra profit e non profit e favorire investimenti del profit in progetti socialmente rilevanti. Uno di questi è il Custode socio-sanitario nell?area metropolitana di Milano: un progetto che riscuote consenso e approvazione, perché utile, caratteristica basilare dei nostri interventi. Gli obiettivi Entro il 2009 quindi abbiamo tre obiettivi: 1) potenziare l?organizzazione del sistema domiciliare attraverso i voucher, perché crediamo che questa sia la migliore alternativa al ricovero; 2) introdurre buoni per le famiglie numerose, anche attraverso interventi di agevolazione per gli affitti; 3) aiutare la maternità di chi lavora attraverso il consolidamento della rete dei servizi per la prima infanzia. Il nostro è un programma di lavoro ambizioso. Un?ambizione che, prima di ogni cosa, incontra le reali esigenze delle nostre famiglie. La politica non è una scienza astratta, nasce per risolvere i problemi e rendere migliore la vita di tutti. Gian Carlo Abelli Assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale


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