Salute
Un progetto italiano per l’autocura delle donne africane
"Save the mothers" è il nome del progetto che sarà finanziato anche dai ricavati di Convivio
“Save the mothers”, salvate le madri e con loro la speranza di un intero continente che altrimenti rischia di essere spazzato via dall’Aids. L’Africa prova a gestire e a fermare un’epidemia che finora le e’ costata il 90% dei 17 milioni di morti registrati nel mondo e oltre 28 milioni di sieropositivi.
Lo fa in particolare grazie ad un progetto italiano -“Save the mothers”, appunto – che si fonda su un modello sperimentale assolutamente innovativo: il coinvolgimento dei promotori sanitari locali nel trattamento antiretrovirale, che in questa fase iniziale e’ riservato a 100 donne di Shewula, piccolo centro di 10.000 abitanti sull’altopiano delle Lubombo Mountains, tra lo Swaziland e il Mozambico.
L’intervento prendera’ il via a settembre e sara’ finanziato con parte dei fondi raccolti nel 2000 da Convivio, la manifestazione nata nel ’92 da un’idea di Gianni Versace e a cui aderiscono ormai stabilmente i nomi piu’ importanti
della moda, della cultura e dello spettacolo.
L’azienda farmaceutica Boheringer Ingelheim Italia fornirà gratuitamente per due anni uno dei farmaci previsti, la nevirapina.
Motori dell’iniziativa sono l’ANLAIDS della Lombardia, l’Istituto di Malattie Infettive e Tropicali dell’Universita’ di Milano, l’Ospedale Luigi Sacco sempre di Milano e il COSPE (Co-operazione allo Sviluppo dei Paesi
Emergenti) di Firenze.
Per parlarne nel dettaglio e per illustrare anche tutti gli altri programmi di cooperazione con l’Africa, questa mattina allo Spazio Krizia di Milano si é tenuto un convegno al quale ha preso parte, tra gli altri, la dr.ssa Phetsile Dlamini, ministro della Salute del Regno dello Swaziland.
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