Non profit
Un progetto di sostegno a distanza per combattere il fumo
È stato presentato oggi nella giornata mondiale senza tabacco
di Redazione
«Ogni anno solo in Italia muoiono 80mila persone a causa del fumo, figuriamoci quale strage si compia su scala mondiale. Per rimpiazzare i clienti perduti e rimpolpare il proprio mercato, le multinazionali del tabacco puntano anche ai paesi in via di sviluppo, dove una sigaretta può rappresentare una fuga dalla realtà di miseria in cui la gente vive, e dove i ragazzini si possono adescare ancor più facilmente che da noi”. La denuncia è di Romano Ricci, presidente di Reach Italia Onlus, che oggi, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, ha presentato il progetto “Spegni il fumo. Accendi la vita”, in collaborazione con l’Unità di Tabaccologia dell’Università La Sapienza di Roma, con la Società Italiana di Tabaccologia e con l’Agenzia nazionale per la prevenzione.
«La verità che dobbiamo affermare con forza è che il denaro ha anche un valore etico: chi smette di fumare fa bene alla propria salute, ma può anche andare oltre e farne una scelta etica» ha detto Giacomo Mangiaracina, docente del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica dell’Università La Sapienza – «Attraverso lo strumento del Sostegno a distanza (SaD, ndr), rinunciare a 7/8 pacchetti di sigarette, quelli che un fumatore abituale consuma in una settimana, può permettere a un bambino, in un villaggio del Sud del mondo, di alimentarsi, di ricevere le cure mediche di base e di studiare, di affrancarsi da un destino di miseria».
La campagna si articolerà nei mesi a venire attraverso varie iniziative in tutta Italia. Come ha spiegato Maria Sofia Cattaruzza, responsabile dell’Unità di Tabaccologia del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica “G. Sanarelli” dell’Università La Sapienza, «il messaggio sarà divulgato nei centri contro il tabagismo, dove sarà possibile compilare un modulo di adesione ai progetti SaD di Reach Italia Onlus, mentre UniTab ha già iniziato un’opera di promozione e sensibilizzazione tra gli stessi studenti del Dipartimento. È importante informare, così come è fondamentale prevenire: in Italia l’età della prima sigaretta si è abbassata ulteriormente alla soglia degli 11 anni. Coinvolgere gli studenti è fondamentale: siamo all’inizio, ma i riscontri sono già molto incoraggianti».
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