Volontariato

Un presidente ribattezzato pastore

L’attuale presidente del Benin, Mathieu Kérékou, dopo tanti sacrifici prestati al servizio della nazione, è convinto di meritare un pezzo di paradiso.

di Joshua Massarenti

Presto lascerà il suo paese nello stesso stato in cui l?aveva trovato quando se ne aggiudicò la guida: nella miseria più assoluta. Ma tant?è, l?attuale presidente del Benin, Mathieu Kérékou è convinto che dopo tanti sacrifici prestati al servizio della nazione, un pezzo di paradiso se lo merita anche lui. Se fosse per il pastore Romain Zannou, non ci sarebbe nemmeno da discutere. Leader della Foursquare Gospel Church, una Chiesa evangelica fondata negli Stati Uniti, Zannou è il ?consigliere spirituale? del presidente beninense, a sua volta protagonista assoluto del fervore religioso che dal 1996, anno del suo ritorno al potere, dilaga nella classe politica del Benin. «I rapporti stretti che intrattiene Kérékou con le Chiese evangeliche sono note a tutti », spiega il ricercatore francese Cédric Mayrague, convinto che «Zannou sia stato decisivo nella conversione del presidente beninense a questo tipo di fede religiosa». Action Faith, Assemblea di Dio, Missione di Pentecoste unita internazionale sono le Chiese più gettonate di un movimento al quale aderiscono politici, uomini d?affari, giudici, avvocati, musicisti, commercianti. A fare da guida c?è sempre lui, Kérékou, non a caso soprannominato ?il Pastore? dalla stampa nazionale. «Una manna per le Chiese indipendenti del Benin», sostiene Mayrague, «favorite, ma anche ostacolate, nel loro desiderio di convertire personalità influenti dell?amministrazione locale al fine di moralizzare la vita pubblica del paese e ottenere l?accesso alle risorse finanziarie dello Stato». Una strategia politica che si iscrive nel recente processo di ?interdipendenze antagoniste? che condiziona i rapporti tra lo Stato e le Chiese indipendenti non solo in Benin, ma in molti Paesi dell?Africa subsahariana.


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