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“Un posto al sole” racconta il dramma dell’azzardo

Nelle nuove puntate della popolare soap opera si affronta il tema dell'azzardopatia. Usura, indebitamento, rottura dei legami famigliari, corruzione e concussione: a cadere nella spirale è Otello, vigile in pensione

di Lucia Fontana

Otello è tra i personaggi più amati di Un posto al sole. Seimila puntate, in onda ogni settimana sulla Rai dal 1996 ne fanno la più longeva soap italiana. Il successo di pubblico, in questo vent'anni, non è mai scemato. La ricetta del successo? Bravi attori, bravi registi, bravi sceneggiatori. Con uno sguardo attendo al sociale, segno che si può fare informazione anche nello svago. E farla bene è una caratteristica di Un posto al sole.

Non poteva dunque mancare il problema dell'azzardopatia, problema non solo sanitario ma economico-sociale sempre più diffuso nel nostro Paese.

A farne le spese, dalla puntata del 6 settembre scorso, è, appunto, Otello, uno dei più amati protagonisti della soap. Vigile urbano in pensione, Otello cade nella spirale dell'azzardopatia. Come ex vigile ha accesso ad amicizie che fanno gola alla malavita che, sempre più, gravita attorno a sale gioco, slot e scommesse. In cambio di qualche favore (una cartella sottratta in ufficio, una soffiata sui controlli negli esercizi commerciali), la mala che circonda il mondo dell'azzardo rimette piccoli debiti, li dilazione e, talvolta, come fanno gli spacciatori con i tossicodipendenti, regala piccole dosi in forma di bonus.

C'è tutto questo e molti di più nella sceneggiatura di un Posto al sole: ci sono i legami famigliari, c'è la menzogna del protagonista, ci sono gli alti e i bassi, c'è l'indebitamento e c'è la vincita, che dà quell'euforia malata che induce a credere di "avere tutto sotto controllo".

Davvero bravi, questi di Un posto al sole. Fanno più loro – con intelligenza e tatto – di tanti intellettuali che, quotidianamente, ci inondano di opinioni sul mondo, standosene comodamente fuori dal mondo.

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