Welfare

Un popolo in galer, c’è anche un vescovo

Ruanda : diritti calpestati

di Redazione

Se si dà uno sguardo alle prigioni del Ruanda, davvero si ha l?impressione che la guerra sia mai finita. Il Ruanda infatti è uno degli Stati al mondo con la più alta percentuale di detenuti, ben il 2 per cento della popolazione. Tra questi, dall?aprile scorso c?è anche un vescovo cattolico, monsignor Misago Augustin, vescovo di Gikongoro, in prigione perché accusato di genocidio. Ma sono forti i sospetti che si tratti di una accusa falsa, dettata semplicemente da una strategia politica che punta ad indebolire la Chiesa cattolica che è una delle poche voci veramente libere del Paese. In effetti, contro il presule non sono mai state portate prove; il suo arresto è avvenuto dopo cinque anni dai fatti a lui contestati, e soltanto dopo le accuse verbali del Presidente del Ruanda, Pasteur Bizimungu, che lo ha indicato pubblicamente come responsabile di ben 150 mila omicidi di tutsi avvenuti nella sua diocesi. Un?accusa enorme, da cui monsignor Misago Augustin afferma di potersi facilmente difendere, dimostrando la propria innocenza, se solo avrà la possibilità di subire un processo regolare. Cosa niente affatto sicura in un paese così caotico e ancora in preda al terrore. La prima udienza del processo contro il vescovo si è celebrata il 20 agosto, ma i giudici hanno disposto un rinvio al 14 settembre. Nel frattempo anche in Italia è partita una campagna di raccolta firme che punta all?ottenimento di un giusto processo di monsignor Misago da parte di un tribunale indipendente. Per informazioni contattare il movimento Shalom al numero di telefono/fax 0571.43150 (riferimento Luca Gemignani).


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