Nuove competenze
Un ponte tra scuola e lavoro per i talenti della transizione
Junior Achiviement Italia, Unicef e EY hanno presentato Upshift for Youth, progetto per la scuola, la formazione e l’autoimprenditorialità
di Alessio Nisi
Costruire ponti tra la scuola, le imprese e il lavoro. Cogliere le opportunità giuste per superare il momento di transizione che stiamo attraversando, lavorare sulla formazione e farlo in determinate aree geografiche. Lavoro? Autoimprenditrialità per la precisione, per far emergere talenti e competenze. L’obiettivo? Portare sotto la soglia del 20% il disallineamento, lo skill mismatch, la disparità tra le competenze acquisite a scuola e quelle richieste dalle imprese, raggiungere 1500 ragazzi in 7 regioni, nel corso di tre anni (2024-2026) e farlo coinvolgendo network di aziende del territorio. Sono alcune delle coordinate di Upshift for youth, progetto sviluppato da Unicef, in collaborazione con Junior achievement Italia, EY e EY foundation.
Che cos’è Upshift for youth
Upshit è il programma dell’Unicef per lo sviluppo delle nuove competenze ed educazione all’imprenditorialità, con l’obiettivo di facilitare l’orientamento nella scelta dei percorsi di studio, la cittadinanza attiva e la futura occupabilità di adolescenti e giovani, in particolar modo in situazioni di svantaggio.
Dal 2018 anche in Italia. Già implementato in 46 paesi, in Italia il progetto è stato introdotto dal 2018 in partenariato con Junior Achievement. Il modello è attualmente realizzato all’interno del sistema di educazione formale, attraverso un Protocollo d’Intesa tra l’Unicef e il ministero dell’istruzione e del merito e in collaborazione con cinque uffici scolastici regionali.
In quali scuole. Le scuole coinvolte sono selezionate tramite indicatori indiretti di svantaggio, tra cui il tasso di dispersione scolastica, la percentuale di studenti con background migratorio e i risultati Invalsi. La sperimentazione in Italia gode inoltre della collaborazione con l’Indire.
Che cosa si fa e a chi è rivolto il programma. Il programma è gratuito ed è articolato in due annualità scolastiche per le scuole secondarie di II grado, il percorso nasce con l’obiettivo di migliorare l’offerta formativa per gli studenti tra i 15 e i 18 anni, promuovendo creatività, imprenditorialità e l’acquisizione di competenze di vita spendibili nel futuro e proposte con un’alta componente esperienziale, anche attraverso la partecipazione di mentor aziendali.
Territori. Il programma intende rafforzare la filiera formazione-lavoro e la creazione di ecosistemi locali imprenditoriali sostenendo i ragazzi e le ragazze a individuare le opportunità disponibili nel proprio territorio, incoraggiandoli a proseguire il proprio percorso di studi, credere nel proprio potenziale e facilitando la conoscenza delle prospettive lavorative sul territorio.
Dalla scuola al lavoro
Se il 65% degli studenti che oggi sono sui banchi farà un lavoro che oggi non esiste, è necessario accompagnare i sistemi educativi in un percorso di adattamento. Upshift serve proprio a questo. Il progetto ha già raggiunto 6mila mila studenti e ha l’obiettivo di far emergere competenze strategiche e migliorare il sistema educativo e renderlo inclusivo. È una proposta rivolta a migranti, rifugiati, e a quei ragazzi che vivono una fase di transizione da bambini ad adolescenti, ma anche da una cultura ad una altra. «Stiamo creando un movimento che valorizza il partenariato pubblico privato per i giovani», sottolinea Nicola Dell’Arciprete, country coordinator, national response in Italy, Unicef Europe and central Asia regional office.
Dispositivo potente di inclusione
In questo quadro è determinante il contributo al progetto di Junior achievement Italia. Il presidente Antonio Perdichizzi, dopo aver ricordato come Ja è stato candidato per la terza volta al premio Nobel per la Pace (2022, 2023 e 2024), precisa che «Upshift è un dispositivo potente di inclusione già utilizzato per i ragazzi ucraini e siciliani».
Lavoriamo insieme per colmare distanze profonde. E l’uguaglianza? «Non partiamo tutti dallo stesso livello, non tutti abbiamo le stesse opportunità e dobbiamo lavorare insieme per colmare distanze profonde. La transizione scuola lavoro è un momento complesso che può innescare energie straordinarie». I ponti? «Utilizziamo cultura e solidarietà per connettere le organizzazioni. Un alleanza per affrontare le sfide della trasformazione. Parlo di Unicef che cerca tutte le alleanze e le metodologie per farlo».
Superare il divario fra le competenze richieste dalle aziende e la preparazione di ragazzi e ragazze che completano il loro percorso scolastico è fondamentale, ma richiede la sinergia fra Terzo settore, mondo delle aziende, scuole, istituzioni
Miriam Cresta, ceo Junior Achiviement Italia
Ecosistema per il dialogo
Per il ceo di Junior Achiviement Italia, Miriam Cresta, «la partnership con Unicef è nata con un approccio globale. Dopo sei anni, non è più solo un dispositivo, ma è diventata un progetto che vuole costruire un ecosistema per aiutare il dialogo tra scuola e territori» e far dialogare la comunità educante con le imprese e con il terzo settore. «Questo è il senso della partnership con EY. Il progetto è dunque ancora più ambizioso», sviluppato con «un partenariato pluriennale che garantisce i tempi giusti». Due anni di progetto, «una sperimentazione».
Junior Achiviement in cifre
Con un expertise di oltre cento anni a livello globale e oltre venti in Italia, Junior Achievement è la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale e all’orientamento nella scuola. La rete di JA riunisce oltre 465mila volontari d’azienda provenienti da tutti i settori professionali e, con loro, raggiunge più di 10 milioni di studenti e studentesse al mondo. Dal 2002, in Italia, ha costruito un network di professionisti d’impresa, fondazioni e istituzioni, educatori e insegnanti che, secondo logiche di
responsabilità sociale e volontariato, forniscono strumenti e metodi didattici pratici e concreti. Grazie a loro, JA Italia ha formato nel 2022 – 2023 oltre 340 mila giovani dai 6 ai 24 anni, valorizzandone le attitudini, insegnando loro come riconoscere le opportunità, affinché il futuro diventi una promessa di speranza e gli alunni e le alunne di oggi siano protagonisti nel lavoro di domani.
Non solo competenze tecnologiche
Da Unicef a JA Italia a Indire, sempre nella traccia segnata dall’innovazione. Per il presidente Cristina Grieco, «una leva fondamentale per colmare il divario con persone in svantaggio. Ma quale innovazione? Quella tecnologica è importante e deve essere utilizzata per cambiare il paradigma della didattica tradizionale a fronte di metodi che stimolino l’apprendimento attivo e coinvolgente degli studenti. Poi dello spazio per apprendere. Parlo della comunità educante, che in 50 anni si è ampliata, c’è il territorio, enti locali, Terzo settore, imprese. Innovazione è multidimensionale». E le competenze? «È la sfida del nostro sistema educativo. Ci troviamo costretti e in tempi rapidi a fornire ai giovani strumenti per gestire la complessità e il cambiamento che verrà. Competenze trasversali e non solo tecnologiche».
In apertura foto di Tamarcus Brown per Unsplash. Nel testo foto di ufficio stampa Unicef Italia
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