Famiglia
Un pesce rosso per imparare la pace
Tutto nasce durante la guerra in Bosnia...
Tutto nasce durante la guerra in Bosnia, quando Nadia De Lazzari, nei suoi viaggi a Sarajevo per portare generi di prima necessità, nota i giochi dei bambini: lanciare sassi e bruciare immondizia. «Ho pensato di portare loro dei piccoli pesci rossi», spiega Nadia De Lazzari. «Prima della guerra i bambini avevano degli animali e i pesciolini rossi erano i più semplici da portare». Nasce così l?associazione ?Venezia: Pesce di Pace?. Dopo questa iniziativa parte, con i bambini delle scuole, l?idea dei ?disegni a quattro mani?. Mezzo foglio veniva realizzato in Italia e completato a Sarajevo creando così un ponte di carta tra i due territori. Questo materiale è stato poi raccolto in un diario scolastico stampato in italiano, inglese e bosniaco e donato ai bambini. Tra le iniziative realizzate anche l?ospitalità ai piccoli bosniaci. Ma il Pesce di Pace si è spostato in Africa, a Kinshasa, dove è stata riproposta l?iniziativa del disegno a quattro mani con il coinvolgimento di una trentina di scuole italiane da Bolzano a Palermo. La proposta, chiamata dalla ?foglia al foglio?, prevedeva anche l?invio di materiale didattico. Anche in questa occasione sono stati stampati dei diari in italiano, francese e lingale. «Ora c?è un?idea più ambiziosa», dice Nadia De Lazzari, «costruire una scuola e una mensa per i bambini di strada». Nell ?99 gli scolari veneti hanno affrontato il tema dei senza dimora, ai quali hanno dedicato alcuni biglietti d?auguri, poi raccolti in un libretto.
La scheda
Nome: ASSOCIAZIONE ?VENEZIA: PESCE DI PACE?
Indirizzo: S. Croce 1991 30135 – Venezia
Telefono: 041722167
e-mail:pescedipace@venis.it
Responsabile:Nadia De Lazzari
Scopo: Sensibilizzare sui problemi dell?intolleranza e dei minori
Anno di nascita: 1992
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.