Economia
Un patto per la famiglia
Servono strategie più sussidiarie, voucher universali e responsabilità d'impresa
Un vento nuovo, o forse antico, soffia sull’economia e sui suoi rapporti con la società. È questo – probabilmente – il filo rosso che ha caratterizzato il convegno organizzato a Roma dal Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, composto da Mcl, Cdo, Cisl, Confartigianato e Confcooperative. Nuovo perché da tempo non si sentiva con tanta chiarezza la riaffermazione del legame tra vita economica e vita sociale. Antico perché per ritrovare tale chiarezza si è andati, in fondo, alle radici di un pensiero – quello cattolico – che mai ha fatto mistero dell’importanza della responsabilità, individuale e collettiva, nella vita di una comunità.
Lavoro e famiglia
Un convegno – un successo per la qualità e la quantità dei partecipanti – dal titolo ambizioso: Lavoro e famiglia. E dai contenuti assai densi. Vuoi perché è stata l’occasione di riaffermare il ruolo della piccola e media impresa. Vuoi perché sono state presentate dal portavoce Natale Forlani alcune proposte molto concrete per invertire un trend che da troppi anni propone il primo a scapito della seconda. È invece opportuno conciliare lavoro e famiglia su basi nuove, riformando il Welfare e rilanciando una politica familiare che sia veramente efficace. Tre in sostanza le proposte del Forum: la riduzione dei costi per i servizi alla persona sostenuti dalle famiglie; l’aumento delle diverse forme di sostegno al reddito per chi perde il lavoro e questo in funzione dei componenti a carico, non dei figli soltanto ma anche degli anziani; gli incentivi per l’impresa a conduzione familiare facilitando anche la trasmissione a familiari e parenti. Quanto allo strumento operativo, l’idea è di introdurre anche in Italia il voucher universale, detraibile dai redditi, messo a punto e introdotto in Francia nel 2005 e che ha garantito ottimi risultati. Le spese Oltralpi sono state compensate dalle maggiori entrate fiscali e previdenziali: l’investimento di 500 milioni è stato compensato da maggiori entrate per 420 milioni. In più in un anno si sono creati 150mila posti di lavoro attraverso l’emersione dal nero. Risultati che, ha sottolineato il presidente di Mcl, Carlo Costalli, potrebbero essere eguagliati anche nel Belpaese, contribuendo a modificare una situazione da troppi anni stagnante. (Temi poi ripresi, nella sua conclusione da Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl).
Proposte condivise
Da parte dei rappresentanti politici intervenuti al convegno, c’è stato un significativo apprezzamento. Enrico Letta (Pd), ad esempio, ha sottolineato l’importanza di sostituire «la centralità del maschio adulto con quella della persona», riferendosi al fatto che l’attuale Welfare favorisce gli uomini a scapito delle donne (mentre invece è dimostrato il legame fra una più alta percentuale di lavoro femminile e un più alto tasso di natalità). Pier Ferdinando Casini (Udc) si è detto d’accordo con l’introduzione del voucher (sia pure con gradualità) e ha rilanciato il tema del quoziente familiare («tutti abbiamo fatto campagna elettorale sull’introduzione del quoziente e cioè sull’affermazione della famiglia come soggetto fiscale»: è dunque ora di passare dalle parole ai fatti). Lo stesso ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha ribadito la necessità di rimettere al centro dell’economia la persona umana e le sue proiezioni relazionali, riaffermando la volontà di tornare al sistema della deducibilità fiscale (sostituita dal governo Prodi con la detraibilità) e dichiarandosi disponibile all’ipotesi voucher.
Il contributo delle imprese
Ma è soprattutto dal mondo delle imprese aderenti al Forum – Cdo, Confcooperative e Confartigianato – che è venuto il richiamo più forte a una economia responsabile. Quella posta in essere quotidianamente – ha ricordato Massimo Ferlini, vicepresidente Cdo – da centinaia di miglia di piccole e medie imprese (come ha confermato una indagine presentata in Parlamento qualche settimana fa: Sussidiarietà e piccole medie imprese. Rapporto sulla sussidiarietà 2008). Un contributo sul quale sono intervenuti anche Giorgio Guerrini (che ha sottolineato il ruolo dell’artigianato) e il presidente di Confcooperative, Luigi Marino. «Il futuro», ha insistito Marino, «passa attraverso l’economia reale e partecipata: le cooperative lo fanno da sempre». In questa fase difficile, è perciò opportuno fare riforme strutturali, a cominciare da quelle che riguardano la famiglia. «Va riscoperta e rafforzata la famiglia per l’educazione alla responsabilità e recuperato il lavoro per i valori della soggettività e della libertà. Per riuscirci» – ha concluso Marino – «il punto di partenza è una scelta di sussidiarietà coraggiosa, partecipata. Un patto di solidarismo per un nuovo Welfare al quale possiamo collaborare con la mutualità delle cooperative sociali, con nuove forme di cooperative tra medici o tra farmacisti, con le reti locali di servizi alla famiglia e all’infanzia. È per questo che guardiamo con grande aspettativa al nuovo disegno del Welfare che emergerà dal Libro Bianco del ministro Sacconi».
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