Welfare

Un patto lombardo per l’inclusione sociale

Rendere efficaci le politiche di inclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione. È questo lo spirito che ha animato l’accordo sottoscritto venerdì 20 aprile...

di Luca Zanfei

Rendere efficaci le politiche di inclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione. È questo lo spirito che ha animato l?accordo sottoscritto venerdì 20 aprile dalla Provincia di Monza e Brianza, dalla cooperazione sociale e dalla Asl 3 di Monza. Un vero e proprio piano che avrà come primo step l?inserimento degli ex detenuti del carcere di Monza e che, nei cinque anni previsti dalla sperimentazione, verrà esteso a tutte le tipologie di svantaggio. Dai tossicodipendenti ai soggetti psichiatrizzati, fino ai portatori di handicap.

Con un unico obiettivo, «creare precisi e concordati posti di lavoro stabili nel tempo, che possano riconsegnare identità sociale alle persone in difficoltà», spiega Roberto D?Alessio, vice presidente di Cgm.

Il progetto coinvolgerà le 105 cooperative attive sul territorio e circa la metà dei sessanta Comuni del distretto dell?Asl 3 monzese che finora hanno sottoscritto l?accordo. Una rete allargata alla stretta collaborazione tra pubblico e privato che «rappresenta un modo innovativo di affrontare il problema dello svantaggio», continua D?Alessio. «Finalmente si interviene in un?ottica di sistema, con un pubblico che si pone in prima linea nel finanziamento indirizzato e finalizzato a specifici programmati progetti di intervento». Nello specifico, il patto prevede un importante sforzo economico da parte delle amministrazioni locali, che stanzieranno tra il 5 e il 30% del bilancio. Ma non solo. Il vero valore aggiunto del progetto riguarderà l?assegnazione delle concessioni. Particolari bandi etici verranno affiancati al già collaudato sistema di affidamento per accrediti. Per l?aggiudicazione di appalti per servizi diversi da quelli socio-sanitari, ogni Comune si impegnerà a formalizzare punteggi e graduatorie in base all?impiego nei progetti di persone svantaggiate e alla programmazione di particolari percorsi di inserimento lavorativo.

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