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Un paio di pattini da ghiaccio sul barcone arrivato a Lampedusa: “Un regalo per i vostri bambini”

È accaduto durante uno degli ultimi arrivi sull'isola. Al molo Favarolo c'erano gli operatori di Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia: "Un gesto che ha emozionato". Nel Mediterraneo centrale crescono le richieste d'aiuto di imbarcazioni in difficoltà. La Geo Barents di Medici Senza Frontiere con 293 persone a bordo

di Alessandro Puglia

Sono sempre più numerose le richieste di aiuto di imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo centrale dove al momento sta operando la Geo Barents di Medici Senza Frontiere che ha a bordo 293 persone. Al momento cinque i soccorsi in poche ore grazie alle segnalazioni di Alarm Phone, la piattaforma che raccoglie gli Sos di migranti in difficoltà durante la traversata nel Mediterraneo. Nell’ultimo barcone soccorso dalla Geo Barents c’erano 76 persone, tra cui 17 minori.

Le testimonianze a bordo raccolte dagli operatori di Medici Senza Frontiere raccontano le atrocità subitedai migranti nei centri di detenzione in Libia: “Ho lasciato il Gambia per raggiungere il Senegal proseguendo fino al Mali e poi ancora in Algeria. Dopo aver passato cinque giorni senza acqua ne cibo del deserto cinque dei nostri compagni di viaggio sono morti. In Libia sono arrivato ad agosto di quest’anno, nel villaggio di Ghadames. Qui un uomo arabo ci ha condotto verso Tripoli, venivamo picchiati, un mio amico vomitava sangue dalle torture subite”, racconta un ragazzo del Gambia ora a bordo della nave umanitaria internazionale che pattuglia il Mediterraneo Centrale.

Non tutti riescono a salvarsi. Secondo i dati diffusi ad ottobre dall’Oim (Organizzazione mondiale per le migrazioni) sono infatti oltre 16 mila i migranti che dall’inizio dell’anno sono stati intercettati in mare e riportati nei centri di detenzione in Libia.

Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa dove continuano ad arrivare barconi dalla Libia e dalla Tunisia. Qui al molo Favaloro gli operatori e le operatrici di Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia offrono assistenza ai migranti sbarcati. È qui che ieri durante uno dei tanti arrivi un uomo della Costa d’Avorio sui quarant’anni di età ha tirato fuori dal suo zaino un paio di pattini da ghiaccio: “Diceva di avere un regalo, quindi pensavamo che era lui a chiedere un dono, invece nel suo zaino aveva con sé i pattini, comprati in un mercato del suo paese per regalarli a un bambino o a una bambina in Europa. Non era mai capitato prima, è stato un gesto che ci ha fatto sorridere e ha emozionato tutti noi”, spiegano da Mediterranean Hope.

Durante gli sbarchi di migranti a Lampedusa era già capitato di vedere persone in viaggio con un oggetto o qualcosa che rimandasse al legame con la propria terra d’origine. Chi è arrivato con un gatto o un cane, l’anno scorso persino con un montone. Mai con un paio di pattini da regalare, un gesto che dimostra la gratitudine nei confronti di chi accoglie non voltandosi dall’altra parte.

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