Mondo

Un Osservatorio euro-latinoamericano per il Terzo settore

di Redazione

PADOVA, 4 MAGGIO – Nell’anno del volontariato si confrontano al World Social Forum (Padova 4-6 maggio) le proposte della società civile per un’alternativa capace di sviluppo. La protesta del “Popolo di Seattle” si fa proposta. Continuando nella definizione di una propria agenda, iniziata nel gennaio scorso a Porto Alegre (Brasile), movimenti e associazioni lavorano per “es-tendere la rete” con strategie di più ampio respiro. Proprio dall’esperienza di Porto Alegre, città-laboratorio del continente latinoamericano, è partita ieri sera la seconda edizione del World Social Forum. Una partenza con il botto: quasi mille persone intervenute alla Fiera di Padova per ascoltare la proposta forte di un “Osservatorio Euro-Latinoamericano per il Terzo Settore” che crei una base di informazioni significativa per avviare politiche di collaborazione tra le realtà del Terzo Settore e tra queste e le amministrazioni locali. L’occasione è servita a rilanciare la proposta di una tassa giusta, la Tobin Tax, come freno della politica alla crescita abnorme della finanza rispetto all’economia reale. “Si dice che la politica è morta” – ha esordito il giornalista Gianni Minà – ma esiste una realtà che ha deciso di cooperare contro una globalizzazione che produce solo esclusione”. Come a Porto Alegre, dove è in atto da tempo un’esperienza che vede la partecipazione attiva della popolazione alla vita amministrativa della città. “Il bilancio partecipativo è una delle forme individuate per coinvolgere nelle scelte che più incidono sulla vita dei cittadini”, ha spiegato Joao Motta, assessore all’urbanistica di Porto Alegre. Si è creato così uno spazio informale non controllato dallo stato che favorisce la comunicazione e la pianificazione condivisa. A questa esperienza guarda con interesse l’amministrazione comunale di Genova chiamata a organizzare a luglio il vertice del G8. Lo ha confermato Claudio Basso, assessore alle politiche sociali del comune ligure.Al tema della democrazia partecipativa si sono richiamati anche gli altri relatori, rappresentanti di organizzazioni che operano da anni per una “economia dell’inclusione”, capace di dare credito ai popoli (sono le esperienze illustrate da Bruno Neri del Consorzio Etimos per il microcredito, e di Euclides Andre Mance della Rete di economia solidaria latinoamericana) e nel contempo di cancellare il debito estero dei paesi impoveriti. In proposito Luca De Fraia, della Campagna “Sdebitarsi”, ha ricordato che il Parlamento italiano “si è dato una buona legge ma questa va applicata perché ancora non lo è”.
» Fonte: © Unimondo;

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