Welfare

Un nuovo welfare per creare lavoro

La sintesi dell'intervento dell'economista dell'Università Cattolica di Milano al Festival della Persona di Confartigianato

di Redazione

La seconda giornata del Festival della Persona di Arezzo è stata aperta da un confronto a tre fra Carlo dell'Aringa, docente di Economia Politica all'Università Cattolica di Milano, Giorgio Merletti vicepresidente vicario Confartigianato Imprese con delega alle politiche sindacali e Gigi Petteni, responsabile Welfare Cisl nazionale. L'incontro è stato moderato dal direttore di Vita Riccardo Bonacina.
 

Carlo dell'Aringa, docente di Economia Politica all'Università Cattolica di Milano

Ecco in sintesi l'intervento di Carlo dell'Aringa:
In questo momento storico si confrontano due posizioni. Chi vuole difendere il vecchio modello di welfare universalistico e chi invece guarda ad un welfare articolato e sussidiario. Questa seconda opzione mira a mettere in relazione sui vari territori i bisogni latenti, che in questo momenti sono elusi anche a causa della ristrettezza economica, e l'offerta di servizi che in parte già esiste ma non riesce ancora ad emergere.

Oggi infatti quello che chiamiamo secondo welfare o welfare secondario è in realtà un welfare di risulta, di scarsa qualità, affidata spesso ad operatori stranieri poco qualificati. Invece la fornitura di questi servizi (servizi alla persona, alla famiglia alle non autosufficienze per la povertà) può essere un eccellente chance per portare occupazione nei prossimi 5 o 7 anni. Periodo nel quale, per restare a galla come sistema paese, siamo chiamati a creare almeno 3 milioni di posti lavori senza considerare quel milione di lavoratori over 50 che dovremo riqualificare.

Naturalmente è impossibile trovare risposte a questa emergenza occupazionale dei servizi pubblici nelle banche o nelle assicurazioni. Questo è il passato. Con un'adeguata parificazione e un vero meccanismo di leva fiscale e previdenziale sarà invece possibile pensare e lanciare un grande piano sul nuovo welfare in grado di offrire servizi sociali ad alta qualità e dall'altra lavoro dignitoso anche ai giovani e meno giovani italiani. Questo attraverso la mediazione dei corpi intermedi e delle associazione e a strumenti che mettano il bisognoso in grado di fare ogni sforzo possibile per uscire dalla condizioni di bisogno. 

Si tratta di un welfare sussidiario ispirato da principi concorrenziali di quasi mercato, come del resto è successo con buoni risultati in Belgio e Francia col sistema dell'auser e dei buoni. Un meccanismo di questo genera sarebbe in grado si produrre 10 a fronte di un investimento pubblico di 1. È questa la leva di cui abbiamo bisogno.

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