Mondo
Un Nobel per la Pace contro Trump
L'annuncio pochi minuti fa. Il Premio va alla ICAN-International Campaign to Abolish Nuclear Weapons per lo sforzo di arrivare ad un trattato per la messa al bando delle armi nucleari, approvato a luglio 2017 dall'Onu e da pochi giorni aperto alla firma da parte dei vari Paesi. Da noi la campagna è rilanciata da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo, ma l'Italia finora non ha appoggiato il Trattato: ci ripenserà?
Il Premio Nobel per la Pace 2017 va alla Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN-International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), rilanciata in Italia da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo. Il Premio viene assegnato per il lavoro e l’attenzione sulle conseguenze catastrofiche dell’uso di ogni arma nucleare e per lo sforzo di arrivare ad un trattato per la messa al bando delle armi nucleari (il testo allegato in fondo all'articolo).
Il Trattato è stato approvato dall'Onu il 7 luglio 2017, con 122 voti a favore, il voto contrario dei Paesi Bassi e un astenuto. Ai negoziati, svoltisi in due sessioni per un totale di quattro settimane complessive, hanno partecipato delegazioni di circa 140 Paesi e della società civile di tutto il mondo. Il testo di Trattato adottato dice che la maggioranza degli Stati del mondo non accetta più l'esistenza delle armi nucleari, e non le considera un legittimo strumento bellico.
Il 20 settembre 2017, il “Trattato sulla proibizione delle armi nucleari” (Nuclear Ban Treaty) è aperto alla firma da parte degli Stati. La cerimonia è stata aperta dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, cui sono seguiti gli interventi del Presidente dell'Assemblea Generale, del Presidente del Costa Rica e in rappresentanza della società civile internazionale, dal Presidente della Croce Rossa Internazionale e da Beatrice Fihn coordinatrice della campagna ICAN. Oltre 40 Stati hanno firmato il Trattato nel primo giorno, un buon viatico per le 50 ratifiche necessarie affinché il Trattato possa entrare in vigore. Un percorso che l'Italia non ha sostenuto.
Sono circa 15.000 le testate ancora presenti nel mondo, in leggera diminuzione numerica ma in continuo e problematico ammodernamento. Il documento garantisce una specifica assistenza agli Stati ed agli individui colpiti dall’uso di armi nucleari o dalla sperimentazione atomica, sancisce la necessità di bonifica ambientale (articolo 6) e impegna gli Stati Parte a farsi promotori del bando presso gli altri Paesi, in modo che il Trattato raggiunga l’universalità (articolo 12). «Le continue e aspre obiezioni, oltre che chiare pressioni e tentativi di boicottaggio, da parte degli Stati nucleari e dei loro alleati (compresi quelli come l'Italia che ospitano ordigni nucleari di altri sul proprio territorio) dimostrano chiaramente come questo Trattato abbia il potenziale di impattare positivamente e significativamente il percorso del disarmo nucleare totale», scrivono Senzatomica e Rete Disarmo in un comunicato. Ma «per tutti questi motivi siamo convinti che questo Trattato porterà a risultati concreti e duraturi», ha dichiarato Beatrice Fihn, direttore esecutivo della Campagna Internazionale ICAN.
Qui gli articoli di VITA per ripercorrere la vicenda:
40 Stati firmano il trattato per la messa al bando delle armi nucleari: e l'Italia?
L'Onu mette al bando le armi nucleari
Il Trattato di messa al bando degli ordigni nucleari ha la sua prima bozza
L'Onu vuole mettere al bando le armi nucleari, ma l'Italia vota contro
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.