Welfare
Un miracolo. O presto impazziremo
Un appello disperato giunge nella redazione di Vita da Caritas Libano
di Paolo Manzo
«Quando tutti gli occidentali avranno lasciato il paese, inizierà la vera guerra e saremo abbandonati al nostro destino». È questa la grande paura di Najla Chahda, che dirige il Centro per immigrati di Caritas Libano e che chiede, tra lo sconforto: «Quanti giorni, settimane o mesi dobbiamo ancora aspettare perché vengano ascoltate le nostre grida e si arrivi ad un cessate il fuoco?». La terribile strage di Cana ha dato un duro colpo alle speranze di pace. Anche a Tiro ora si scava tra le macerie, alla ricerca di 65 persone che mancano all?appello, ma ormai Beirut e tutto il Libano sono irriconoscibili, rispetto a solo 15 giorni fa. Sono quasi un milione di sfollati, un terzo della popolazione. Colonne senza fine che intasano le strade. Almeno 150mila persone hanno trovato rifugio nelle scuole. Anche tutti gli altri edifici pubblici sono occupati e purtroppo almeno 30mila persone sono ancora bloccate nei villaggi del Sud, al confine con Israele. Ma anche in questo paese la popolazione vive nella paura e subisce gli attacchi di Hezbollah, che causano vittime innocenti. «Non ci resta che sperare in un miracolo, altrimenti impazziremo, ma il nostro lavoro continua». Così finisce un recente messaggio ricevuto dalla Caritas Libano, che con i suoi 3mila volontari assicura l?assistenza a 75.550 sfollati, che si prevede aumenteranno fino a 120mila.
Per aiuti: Caritas Italiana, tel. 06.541921 – www.caritasitaliana.it
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