Salute

Un milione di soci, una rete capillare: la forza di avis

Fa ottant’anni di storia, e li ha festeggiati l’anno scorso pubblicando il bilancio sociale. Ma non è stata l’unica innovazione.

di Redazione

Fa ottant?anni di storia, e li ha festeggiati l?anno scorso pubblicando il bilancio sociale. Ma non è stata l?unica innovazione di Avis che, come conferma il presidente Andrea Tieghi, continua a investire nel futuro. «La scelta più importante è stata sulla comunicazione, istituzionale e interna. Le risorse economiche sono state trasferite dall?esterno, da agenzie specializzate, all?interno, per creare un gruppo di collaboratori preparati. Negli anni 90, dopo lo scandalo del sangue infetto, non eravamo attrezzati al bombardamento mediatico, per cui avevamo preferito appoggiarci a professionisti esterni. Abbiamo poi verificato che sarebbe stato più utile dotarci di uno staff interno e investire in risorse umane per garantirci un?autonomia comunicativa». «La seconda scelta», continua il presidente, «è stata quella di ?produrre formazione?, sia per i quadri dirigenti nazionali sia in rapporto con le scuole di formazione Avis regionali. L?ultimo realizzato è un corso sul project management a Palermo».

Avis nazionale riceve una quota fissa dai soci, persone fisiche e giuridiche (le diverse sedi e gruppi locali) che sfiorano il milione. La sua forza economica sta proprio nel numero dei donatori. Di recente l?Italia è stata giudicata fanalino di coda in Europa secondo indicatori quali la sensibilità alle donazioni di sangue. Tieghi però osserva come «secondo il nostro osservatorio, quanto a numero di donatori e donazioni sul totale degli abitanti, l?Italia non è ai livelli di Danimarca e di altri Paesi nordici, tuttavia nel contesto europeo siamo ancora tra i primi. Ed essere tra primi in Europa significa essere tra i primi al mondo. L?attenzione è in crescita, c?è maggiore informazione tra le gente e si riscontra più sensibilità da parte dei mezzi di comunicazione».

Del raggiungimento di questi traguardi Avis non può che essere orgogliosa. La sua politica di capillarità sul territorio, di dialogo con i mass media e di sensibilizzazione mirata si costruisce, secondo Tieghi, passo passo: «Occorre mantenere questa rete preziosa di persone e volontari attraverso una politica di indirizzo e comunicazione verso tutte le associate, che faccia sentire ogni sede locale (regionale, provinciale, comunale) parte integrante della vita dell?associazione. Sono circa 60mila i dirigenti volontari impegnati nelle oltre 3.300 strutture Avis. Sono loro l?ossatura dell?associazione», conclude, riferendosi ai dirigenti ogni giorno a contatto con i donatori nei centri di raccolta gestiti dalle Avis locali. Una capillarità che al mondo Avis ha portato 113mila firme per il 5 per mille, ovvero la somma di chi ha scelto le tante realtà territoriali.

I NUMERI

  • Entrate 2007 1.406.00 euro

da privati 3%
da quote soci 97%

  • Uscite

per mission 70%
per struttura 30%

  • Personale

dipendenti 7
volontari 60
collaboratori 6

  • 5 per mille

Le 3mila sedi locali hanno
avuto in totale 113mila firme


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