Non profit
Un manuale per valutare il dolore dei bambini
Al congresso dell'Associazione Culturale Pediatri anche la dottoressa Franca Benini, pioniera delle cure palliative in età pediatrica
Valutare e controllare il dolore in modo adeguato è un diritto del malato di qualsiasi età. Ma ancora oggi al dolore nel neonato e nel bambino non viene data la giusta attenzione. Al congresso nazionale dell’ACP, che si è concluso a Palermo il 9 ottobre, pediatri ed esperti del problema si sono confrontati sulla necessità di formare pediatri e infermieri sul dolore nel bambino. In primo piano il manuale “Dolore nel bambino” del Ministero della Salute di recente pubblicazione, presentato dagli autori Franca Benini, Responsabile del Centro Regionale Veneto di terapia antalgica e cure palliative pediatriche, Dipartimento di Pediatria di Padova, e Michele Gangemi, pediatra di base di Verona, past president dell’Associazione Culturale Pediatri.
Un sintomo ignorato
Il dolore è un sintomo frequente che però, nel bambino, non viene correttamente trattato. Il punto cruciale è che manca in Italia la cultura della cura del dolore e è ancora forte la convinzione che il bambino non provi dolore. Gli operatori sanitari – medici ospedalieri, medici di famiglia, pediatri di base e infermieri – non sono adeguatamente formati e una corretta informazione ai genitori che spesso preferiscono non utilizzare i farmaci analgesici per timore degli effetti collaterali.
Quando il bambino dice “mi fa male” o il neonato prova ad esprimerlo con il pianto, spesso, la sua richiesta viene ignorata perché si parte dal presupposto che voglia attrarre l’attenzione. Inoltre, è ancora diffusa la falsa credenza, anche tra i medici, che il bambino non senta dolore o che raramente necessiti di terapia antalgica perché tollera bene il dolore. Quando è invece dimostrato che non esistono limiti di età al dolore: già a partire dalla 23esima settimana il sistema nervoso centrale è anatomicamente e fisiologicamente pronto per la percezione del dolore.
“La prevalenza del dolore è elevatissima in ambito pediatrico, dove di riscontrano tutte e quattro le tipologie di dolore: acuto (post-operatorio, traumi, malattie infettive), cronico (cefalee, oncologico, reumatico), procedurale (test diagnostici/terapeutici) e terminale (quello che accompagna l’incurabilità)”, spiega la Benini. “Purtroppo, in Italia, sembra ancora prevalere una scarsa attenzione al problema e soprattutto uno scarso utilizzo di strumenti di provata efficacia per la misurazione e la valutazione.”
In ospedale si stima che più dell’80% dei ricoveri pediatrici sia dovuto a patologie che presentano, fra i vari sintomi, anche il dolore. Circa il 60% degli accessi al Pronto soccorso pediatrico è dovuto a dolore, e il 70-80% dei bambini operati lamenta la presenza del sintomo. L’incidenza del dolore è elevata anche nell’ambulatorio del pediatra di base.
Secondo una ricerca condotta dall’ACP nel 2006, solo nel 29% dei reparti ospedalieri italiani sono attivi programmi di formazione dei medici e delle infermiere alla prevenzione e terapia del dolore. Anche i pediatri e le infermiere/i pediatrici sembrano poco sensibili al tema dolore: solo nel 17% dei reparti sono presenti protocolli specifici di prevenzione e trattamento del dolore. Questo comporta l’insufficiente adozione di misure preventive e terapeutiche o, al più, comportamenti dei singoli operatori molto differenti l’uno dall’altro e, pertanto, poco in accordo con le linee-guida internazionali.
La Benini ha concluso che “il dolore nel bambino deve essere messo come priorità dalle società scientifiche, da chi ha in mano la formazione dei futuri medici e pediatri. Valutazione e trattamento del dolore non devono essere un corollario che si accompagna al buonismo della persona, ma un obbligo della professione medica.”
Informazione e sensibilizzazione
Il Ministero della Salute ha istituito una task force di specialisti di cui Franca Benini è coordinatrice per la parte pediatrica. Obiettivo della task force pediatrica è mettere a punto una rete di assistenza che renda accessibile la cura del dolore nel bambino, senza sprechi di risorse e professionalità. In questo modello il pediatra specificamente formato gioca un ruolo importante. Con l’obiettivo di facilitare il cambiamento del pediatra sia territoriale che ospedaliero rispetto alla gestione del dolore è stato realizzato da team di esperti il manuale ministeriale “Il dolore nel bambino. Strumenti pratici di valutazione e terapia”.
“Nel manuale troviamo indicazioni su come valutare il dolore in tutti i bambini e in tutte le situazioni in cui si presenta e su come trattarlo farmacologicamente e non”, spiega Michele Gangemi, co-autore del manuale. “È di facile consultazione organizzato, in schede diagnostiche-terapeutiche; inoltre mette a disposizione del pediatra un algometro per una misurazione del dolore secondo criteri omogenei e condivisi. Vengono date indicazioni utili su tipologia e dosaggio dei farmaci. In molti casi, il pediatra si limita a chiedere al bambino se sente male o meno senza fare una misurazione del livello del dolore. Inoltre, non sempre sa qual è il dosaggio corretto dell’analgesico; ad esempio spesso viene prescritto il paracetamolo a un dosaggio non sufficiente per ottenere un’azione analgesica”.
Il manuale presenta inoltre le tecniche non farmacologiche per ridurre il sintomo dolore e l’ansia che lo accompagna. Si tratta di comportamentali di “distrazione” (come la bolla di sapone o il guanto magico) e di “coccole”. “La valutazione e la scelta del trattamento da adottare devono essere condotte all’interno di una relazione pediatra / infermiere /genitore e bambino e come tali necessitano di tempo”, sottolinea Gangemi esperto di counselling. “Non possiamo pensare di applicare tutto questo di fretta: vanno rispettati i tempi dettati dalla relazione.”
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