Cultura

Un libro sulle missioni di pace alpine. Con tanta bontà in Corpo

Penne in servizio e in congedo che soccorrono popolazioni, aiutano i missionari e costruiscono asili. Storia di 50 anni

di Giampaolo Cerri

Mentre partono gli Alpini della missione Nibbio, esce un libro di un piccolo editore padovano, Alpini di pace (pagg. 203, 12 euro, Il Ponte), che racconta le tante missioni ?non belligeranti? di questo corpo. O meglio, dei suoi militari in servizio e in congedo. L?ha scritto un giornalista, Giovanni Lugaresi del Gazzettino. Vita: Da dove comincia il suo racconto? Giovanni Lugaresi: Dal Ponte di Bassano, semidistrutto dalla guerra, che fu ricostruito dagli Alpini nei primissimi anni seguenti. A questa ho collegato un?operazione che le ex Penne nere bassanesi fecero insieme a imprenditori locali in Estremo Oriente. Su un progetto della Fondazione etica ed economia di S. Zeno di Bassola, hanno realizzato, in Madagascar, un centro di accoglienza e formazione per 20 giovani. Vita: E poi? Lugaresi: C?è il caso di Endine Gaiano, nelle Prealpi Orobiche. Gli Alpini delle valli pensarono di ricordare i caduti costruendo, negli anni 70, un centro per accogliere giovani disabili e lo fecero a tempo record. Vita: Sono gli anni del terremoto del Friuli? Lugaresi: Esattamente, maggio 76. Veci e bocia ritirarono su le case a Gemona e in tutti gli altri centri distrutti dal sisma. E il governo americano affidò loro direttamente alcuni fondi stanziati. Vita: Oltre la protezione civile c?è stata sempre una grande attenzione anche per il Sud… Lugaresi: Certamente. Nel 95 gli Alpini di Giussano, in Brianza, hanno messo in piedi un piccolo sistema idrico in Tanzania per il missionario della Consolata Camillo ?Baba? Calliari che, nel 1995, rappresentò loro la sua esigenza di dar da bere a un intero villaggio. Vita: Qual è la missione più rappresentativa? Lugaresi: Sicuramente le iniziative per ricordare Nikolajewka. Per onorare i 40 anni di una battaglia tragica, quella appunto sul fronte russo nel 43, gli Alpini non fecero un monumento ma costruirono opere di pace. Una sede per la scuola destinata ai giovani disabili cui lavorarono 2.348 volontari e 7.768 giornate lavorative. Dieci anni dopo, a Rossoch in Bielorussia, altro anniversario, altra opera. Questa volta fu un asilo per 180 bambini, costruito in due anni. La chiamarono ?Operazione sorriso?.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA