Welfare

Un lasciapassare per le ecomafie

Con la nuova norma i criminali opereranno indisturbati. Il procuratore di Roma ci spiega perchè chi è fuorilegge in Europa in Italia ha le carte in regola. Parla Gianfranco Amendola

di Chiara Sirna

Magistrato, giurista, penalista, ?verde? convinto. Di fede e di fatto. Gianfranco Amendola alla difesa dell?ambiente ha dedicato tutta la sua vita professionale politica e culturale, ricoprendo incarichi di alto prestigio nei palazzi nazionali e comunitari. E sul ?pacchetto rifiuti? della legge delega il suo monito ?abrogazionista? è irremovibile. «È uno scempio. I criminali opereranno indisturbati, i cittadini ci rimetteranno in salute e sicurezza e i magistrati non sapranno se punire o meno chi per l?Europa commette un reato e per l?Italia invece ha tutte le carte in regola». La sua è una condanna politica, giuridica e sociale. «Non è un caso che l?ecomafia stia proliferando», incalza. Ecomondo: Perché condanna le nuove norme sui rifiuti del decreto attuativo della legge delega? Gianfranco Amendola: Perché sono un peggioramento notevolissimo. Le carenze sono state ingigantite, ampliate e peggiorate. Ecomondo: In che modo? Amendola: La cosa più grave in assoluto è che nel nuovo testo unico è stato eliminato il concetto stesso di rifiuto. L?articolo 14 della legge 178/2002 dice che tutti i rifiuti industriali riutilizzabili non possono essere considerati rifiuti. Ecomondo: È lo stesso motivo per cui l?Europa ha aperto una procedura di verifica nei confronti dell?Italia. Amendola: Non una, ma diverse procedure. L?art. 14 è stato dichiarato illegittimo dalla Corte europea di giustizia a ottobre del 2004. Poi però con la legge delega è stato riconfermato. È un oltraggio mai visto in sede europea. E oltre a questo ci sono altre due procedure contro l?Italia. Ecomondo: Quali sono le conseguenze di questa nuova classificazione dei rifiuti? Amendola: I rifiuti di attività di ricostruzione, come per esempio un sottofondo stradale, non vengono più considerati pericolosi. E quindi non vengono controllati, manca la tracciabilità. È giusto favorirne il recupero e il riutilizzo, ma bisogna essere certi che tutto il processo venga svolto nel rispetto della salute e dell?ambiente. Con la nuova legge non potremo più saperlo. Altra grave pecca infine è consentire che vengano bruciati in modo indiscriminato. Ecomondo: Cosa intende? Amendola: Se io brucio dei rifiuti in un cementificio o in un?acciaieria posso provocare danni elevatissimi all?ambiente e alla salute. Gli acciai che arrivano dall?Europa dell?Est vengono trasportati su carri contaminati da vernici e sostanze tossiche anche radioattive. Ma fino a quando mancherà un registro di carico e scarico i disastri ambientali continueranno a prosperare e l?ecomafia farà affari d?oro. E come se non bastasse siamo l?unico Paese in cui i rifiuti vengono considerati energie rinnovabili. Questa è follia pura, vuol dire incentivare la produzione come fosse una risorsa. Tanto poi basta bruciarli. Ma i danni per la salute e l?ambiente chi li considera? Ecomondo: Quindi siamo di fronte a norme troppo permissive? Amendola: Le lacune del decreto Ronchi sono state allargate anziché migliorate. Prima era obbligatorio registrare le sostanze entro 7 giorni dalla produzione. Ed era già troppo. Ora entro 14. Questo vuol dire dare campo libero e spazio d?azione ai criminali. Ecomondo: Questo consente ai traffici illegali di rifiuti di dilagare? Amendola: Sono tantissimi i processi a carico delle aziende che approfittano dei buchi normativi per smaltire rifiuti illegali. Il rapporto sull?ecomafia del Noe dei Carabinieri parla di un aumento drastico. La commissione bicamerale del Parlamento sull?ecomafia ha chiuso il 2004 con un documento di denuncia, in cui si afferma esplicitamente che è la normativa a creare confusione e favorire la mafia. Ecomondo: A cosa attribuisce questa politica? Amendola: Il governo ha ascoltato le lagnanze dell?industria e le ha trasformate in legge. È la vicinanza totale al potere economico che porta a queste conseguenze. Noi magistrati, nel frattempo, non sappiamo che fare. Ecomondo: In che senso? Amendola: Non sappiamo se disapplicare la legge italiana o no. A livello penale ci sono ancora dubbi. Abbiamo sottoposto la legge all?esame della Corte costituzionale per capire come comportarci. Ripugna un po? condannare chi per l?Europa commette un reato ma per l?Italia è perfettamente in regola. Un curriculum i verdeGianfranco Amendola, procuratore aggiunto, responsabile della sezione Ambiente presso il Tribunale di Roma e consigliere nazionale del WWF Italia, è stato docente di Diritto penale dell?ambiente all?università La Sapienza di Roma, a Siena e a Teramo, capo gabinetto del ministero dell?Ambiente e deputato europeo per i Verdi.


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