Natale con i poveri
Un incontro di solitudini al pranzo di Natale
Anche quest'anno il 25 dicembre Renata Ranzani non si siederà davanti alla tavola imbandita nel caldo di casa, ma servirà il pranzo di Natale alla mensa dei poveri di Opera San Francesco, a Milano. È volontaria di Osf da 26 anni: «Nonostante tutto, anche qui Natale è un giorno speciale»
Chi sono le persone che il giorno di Natale vanno a pranzo alla mensa dei poveri? Che atmosfera si respira lì, quel giorno? Lo abbiamo chiesto a Renata Ranzani, da 26 anni volontaria alla mensa di corso Concordia di Opera San Francesco.
Si può dire che lei sia una veterana tra i volontari del pranzo del 25 dicembre. L’ultima volta nel 2022. «Ho 82 anni», dice con una certa fierezza «e ho sempre creduto in questo mio volontariato, l’ho scelto quando sono andata in pensione. Faccio il turno del mercoledì a pranzo. Ci sarò anche a Natale e non solo perché quest’anno cade di mercoledì. È una cosa che mi fa bene».
La solitudine negli occhi dei nostri ospiti
Grazie alla sua lunga esperienza, Renata racconta che «il giorno di Natale non vengono le stesse persone del mezzogiorno: ci sono molti padri separati soli, che di solito vengono in mensa per cena, famiglie con i bambini anche piccoli e alcune persone di una certa età. Negli anni ho visto cambiare molto i nostri utenti, sono aumentati gli italiani, ci sono tanti giovani. Ho imparato a non giudicare l’apparenza, ma quello che mi colpisce è la solitudine che leggo in tanti occhi. A noi viene chiesto di essere accoglienti, di sorridere perché davanti a te hai persone che forse non hanno affetti, che vivono una solitudine profonda. La nostra presenza deve essere discreta e tuttavia capace di accogliere».
Natale è un giorno speciale
Il giorno di Natale anche per chi frequenta la mensa è speciale: «tutte le persone che entrano sorridono e anche noi volontari li accogliamo con un sorriso perché siamo lì per loro. Mi rendo conto che le persone che vengono da noi sono affezionate alla nostra mensa, a Milano ce ne sono diverse aperte per il pranzo di Natale, ma sono davvero tanti quelli che scelgono di venire in corso Concordia», continua. «Sì, anche i nostri ospiti li vediamo più contenti, c’è un po’ di allegria, ci sono le stelle, gli addobbi, è come se anche l’ambiente volesse essere più accogliente e l’atmosfera non è un particolare da poco».
Il menù del giorno di Natale ovviamente è speciale e quest’anno prevede cannelloni, pollo, verdura e un dolce. «È un pranzo di festa, perché questo è un giorno molto sentito: gli ospiti mangiano qualcosa di particolare e trovano anche un piccolo dono: uno zainetto, una sciarpa, del cioccolato e non mancano dei piccoli regali per i bambini», racconta Ranzani.
Per lei a rendere speciale il pranzo natalizio è anche il fatto che accanto ai volontari, una ventina, ci siano i frati. «A Natale ci sono sempre» conclude la volontaria «questo aiuta a rendere l’atmosfera di festa davvero completa».
La povertà è un tema totalmente dimenticato del dibattito politico e pubblico. Eppure abbiamo tassi mai visti negli ultimi dieci anni. E allora occorre avere il coraggio e la responsabilità di raccontare le storie di chi fatica ad arrivare a fine mese. Perché non solo le “loro” storie, sono le “nostre” storie. Questo articolo fa parte di una serie intitolata “Natale con i poveri”. Leggi anche:
– Quei 5,7 milioni di poveri che non vogliamo vedere
– Gli abitanti delle Vele di Scampia: «Il nostro Natale da “senzatetto”»
– Il mio primo Natale in famiglia, dopo tanti anni di carcere
– Francesca: «Non sono sola. Per questo sarà un buon Natale, nonostante tutto»
– Aver messo sotto l’albero un regalo per il mio bimbo: conta solo questo
Nell’immagine in apertura la volontaria di Osf con i regali per gli ospiti del pranzo di Natale del 2022 – tutte le foto da ufficio stampa
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