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Un’ inchiesta di quattro Ong mette sotto accusa la Bei

é il titolo di un'indagine pubblicata all'inizio di febbraio a Bruxellex, quasi in contemporanea alla firma di un accordo tra i Bei e la commisione Ue pwer l'Africa.

di Matteo Manzonetto

Banca europea d?investimento nel Sud del mondo: nell?interesse di chi? è il titolo di un?indagine pubblicata all?inizio di febbraio a Bruxelles, quasi in contemporanea alla firma di un accordo tra Bei e Commissione Ue per l?Africa (è stato creato un fondo fiduciario di 60 milioni di euro in sovvenzioni e 260 milioni in prestiti per la costruzione di infrastrutture).
La coincidenza dei due eventi ha messo in evidenza vari punti controversi nell?azione dell?istituto bancario europeo nel Sud del mondo, emersi nell?indagine realizzata da Jaroslava Colajacomo su incarico di quattro ong (Crbm, Cee Bankwatch, Friends of the Earth, Weed).
Questo rapporto (www.
bankwatch.org/documents/
eib_in_south_3.pdf), realizzato per valutare l?impatto sociale, ambientale e sullo sviluppo dei finanziamenti della Bei, analizza alcuni progetti realizzati in Brasile, Zambia, Ciad, Camerun, Messico, Filippine, Indonesia e Laos riguardanti l?industria mineraria e petrolifera, le infrastrutture e la privatizzazione dell?acqua.
Quanto messo in evidenza dalla Colajacomo è «la mancanza di strategia di sviluppo nelle operazioni della Bei nel Sud». I finanziamenti «interessano soprattutto le grandi compagnie in settori come quello estrattivo, invece di essere indirizzati verso l?alleviamento della povertà, e senza considerazione per la protezione dell?ambiente». La ricercatrice chiede poi che parlamento e Commissione possano avere maggior potere di controllo sulle attività della Bei. Luisa Morganitini (Prc), presidente della commissione Sviluppo, ha rilevato la «necessità di coerenza nelle politiche Ue di sviluppo», in seguito al contrasto tra le azioni della Bei e le strategie adottate dalla Ue.
Info:http:/europa.eu.int

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