Mondo

Un greco su tre non va più dal medico

Tagli a ospedali, boom di suicidi e Aids. I numeri

di Gabriella Meroni

La Grecia è il malato d’Europa. Letteralmente. La profonda crisi economica che ha colpito il Paese si sta tramutando in un’emergenza anche sanitaria per i suoi abitanti, come rileva un articolo della Bbc che prende in esame i tagli inferti al sistema sanitario nazionale greco e le loro conseguenze sulla popolazione.

I tagli «selvaggi» al budget, nota la Bbc, hanno ridotto i fondi destinati agli ospedali del 40%, schiantando un sistema assistenziale che già prima del tracollo soffriva di gravi inefficienze, carenza di personale e anche in alcuni casi di conclamata corruzione. Ma quel che è peggio è che la crisi ha colpito soprattutto le classi meno abbienti e il ceto medio, impedendo spesso a queste classi di accedere al sistema sanitario pubblico. «Se la situazione economica di un governo è sana, la salute è una delle priorità», dichiara il pediatra Nikitas Kanakis, direttore di Medecins du Monde Grecia. «Ma se fai fatica a sopravvivere, rimandi la visita dal dottore per controllare quella cisti sospetta o una tosse che non vuol passare. C’è anche ci rinuncia alla chemioterapia perché non può permettersi i 2000 euro di ticket su quel tipo di medicinali». La rivista The Lancet ha recentemente pubblicato uno studio che dimostra come il 15% in più dei greci ha rinunciato a cure mediche o dentistiche nel 2009 rispetto al 2007. Oggi quella percentuale, secondo gli esperti, è più che raddoppiata.

Eppure la sanità greca fino a un decennio fa era considerata tra le migliori al mondo: nella classifica dell’Organizzazione mondiale della sanità si era infatti piazzata al 14esimo posto a livello globale e all’11esimo (battendo Germania e Gran Bretagna) quanto alla qualità del servizio. Da allora tutto è cambiato, e solo nella città di Atene gli utenti dei servizi gratuiti erogati da Medecins du Monde sono quadruplicati, mentre nuove emergenze sociosanitarie si affacciano all’orizzonte: i suicidi sono aumentati del 40% da gennaio 2011 a oggi, e malattie ritenute quasi scomparse come tubercolosi, malaria ed epatite stanno tornando con focolai epidemici diffusi. Infine, le infezioni da Hiv sono aumentate del 52% nel 2011 e le «implicazioni sociali a lungo termine di questa situazione sono ancora ignote», nota ancora il dottor Kanakis. «Sappiamo soltanto che il 20% della popolazione sarà spinta sotto la soglia della povertà nel corso del 2012 e vedrà la propria aspettativa di vita diminuire drasticamente».


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