Welfare
Un filo di dialogo con le patrie galere
Ci scrivono due detenuti dal carcere di San Gimignano e da quello di Bologna. Ecco le lettere
Sono un detenuto del carcere Ranza di San Gimignano. Da un po? di tempo mi capita di venire a contatto con la vostra rivista, e credo sia arrivato il momento di complimentarvi con voi. Leggendo la vostra rivista mi sono accorto che si occupa molto di volontariato, non solo nel carcere. Proprio per questo ho pensato di rivolgermi a voi, cercando di mantenere viva la speranza che un mio desiderio possa diventare realtà.
Da diverso tempo mi rendo sempre più conto di essere molto sensibile ai problemi nell?infanzia dei bambini. Un ulteriore rafforzamento su tutto questo l?ho avuto dopo il crollo della scuola di san Giuliano, in cui, come ben sapete, hanno perso la vita 26 bambini. Io e il mio compagno ci siamo attivati subito per raccogliere dei fondi all?interno del carcere, da destinare al Molise.
Leggendo l?ultimo numero, ho notato che ci sono molte iniziative a riguardo, tipo dei corsi, seminari, etc. Io, nonostante la mia posizione di detenuto, avrei il desiderio di venire in contatto al più presto con una delle tante associazioni che fanno volontariato. Proprio sulla mia esperienza, vorrei costruire qualcosa che permetta ai detenuti di occuparsi di volontariato, magari partendo da dei corsi appositi all?interno delle carceri.
Silvano Lanzutti, San Gimignano (SI)
Chiedo scusa se disturbo nel vostro intenso lavoro, volevo ringraziare voi tutti per l?invio quest?anno della vostra bella rivista qui in carcere, dove mi trovo a scontare una pena per un reato non grave. Vorrei che tutto ciò succedesse pure nel 2003, ringrazio per quanto farete per me. Saluto tutti con infinite cose belle e soddisfazioni.
Angelo Salvioni, Casa Circondariale – Bologna
Carissimi Angelo e Silvano, le vostre, graditissime lettere mi permettono di ricordare a tutti i lettori un?iniziativa che, grazie al contributo di qualche associazione e di qualche lettore, riusciamo a tener viva e a incrementare ogni anno: l?invio di oltre 200 abbonamenti gratuiti nelle carceri italiane. Una scelta, la nostra, che crediamo possa contribuire a tener vivo almeno un filo di dialogo tra chi è recluso nelle patrie galere e un pezzo di società. Un dialogo che la politica ostacola e che l?amministrazione penitenziaria spesso neppure prevede, ma che solo può essere premessa di una nuova, speriamo, stagione dei diritti oltre che delle pene, per chi è detenuto nelle carceri italiane. è un impegno, quello dell?invio gratuito di Vita che vorremmo incrementare, ma ci sarà possibile farlo solo con il vostro aiuto. Chi è disposto a darci una mano mi scriva.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.