Famiglia

Un dono per le madri

Si chiama "äitiyspakkaus": è il pacchetto maternità che in Finlandia viene regalato a tutte le coppie che aspettano un figlio o attendono di riceverlo in adozione. Un'iniziativa che, nel corso dei decenni, ha ridotto drasticamente il tasso di mortalità infantile ed è diventata una vera istituzione

di Marco Dotti

“Ai bambini veniva data una camicia rattoppata del padre. Non si poteva far altro che togliersi di dosso il grembiule, sperando che fosse bianco e grande e avvolgerci dentro il bambino. Non c'era altro”. 

Veera Lohi ricorda così gli anni della povertà nella Finlandia del nord, dove lavorava come ostetrica. Proprio in quegli anni, segnati dalla fame e dal terrore per le politiche demografiche dell'Unione Sovietica, il "Paese dei mille laghi" invertì la rotta e  – osserva Olli Kangas, direttore di ricerca del Kela, l'Istituto di Previdenza sociale –  si spinse ad approvare una serie di provvedimenti rivelatisi molto importanti per la tenuta sociale, come l'assegno di maternità (1937) e gli aiuti (1938) per le donne a basso reddito.

1938. L'origine del pacchetto maternità

Negli anni Trenta si calcolava che due terzi delle donne in condizioni di povertà avessero partorito da poco. Il parto poteva continuare a essere una condizione di immiserimento materiale? Spesso, però, la povertà sopraggiunta si portava via anche il bambino e minava la salute della madre, aggravando ancora di più la situazione una situazione sentita come socialmente iniqua.

Negli anni Trenta, il tasso di mortalità infantile della Finlandia era altissimo: morivano 94 bambini ogni 1000. Oggi, il rapporto è di 3 bambini su 1000. Il merito? Gli esperti come Kangas concordano nel ritenere sia anche, se non soprattutto, del "pacchetto marternità", vera istituzione nazionale nata appunto nel 1938, che qui chiamano äitiyspakkaus.

Ricorda Olli Kangas che a quel tempo il valore del pacchetto era considerevole e corrispondeva a un terzo del salario medio mensile di un operaio impiegato nel settore industriale. 

Negli anni Trenta, i pacchetti erano di tre tipi: nel primo c'erano prodotti per la madre e per il bambino; nel secondo, prodotti unicamente per il neonato; nel terzo, invece, un lenzuolo, asciugamani e attrezzature per il rammendo. Una commissione regionale stabiliva il tipo di pacchetto e l'assegnazione ai nuclei famigliari più bisognosi.  

1942. Un letto in scatola per l'uguaglianza

Nel corso degli anni, il pacchetto-maternità (che in casi estremi poteva essere convertito in aiuto economico diretto a discrezione dellla commissione) si arricchì di prodotti come vitamine, calcio e caffè. La scatola dicartone con il materassino di carta – che ancora oggi è il simbolo del äitiyspakkaus – fu introdotta nel 1942. 

Seii anni dopo, nel 1948, in Finlandia fu varata una politica di estremo rigore che introdusse una legge sulla sovvenzione per la maternità e garantì un assegno famigliare a tutte le famiglie con bambimi, indipendentemente dal reddito.

Proprio quella del reddito divenne una questione dirimente per il futuro del pacchetto maternità. Continuare a assegnarlo a discrezione di una commissione? Darlo solo ai più indigenti? Oppure estenderlo a tutti proprio in base a quel principio di uguaglianza che andava affermandosi in Finlandia? 

2015. Un dono per tutte

Nel 1949 prevalse l'idea che il pacchetto maternità dovesse andare a tutte le mamme, indipendentemente dal reddito. Restarono escluse solo le madri detenute in istituti penitenziali a cui veniva demandata l'assistenza anche del bambino, ma l'esclusione decadde nel 1977.

Oggi, con 37.582 pacchetti distribuiti nel 2014 si può ben dire che il pacchetto maternità sia diventato un'istituzione comune a tutte le mamme finlandesi. Volendo, una donna può optare per l'equivalente in denaro del pacchetto maternità corrispondente a circa 150 euro, ma il 91,2% delle donne alla prima maternità decide di ricevere un kit che, nel corso della sua storia, si è arricchito di biberon, vestitini di colori neutri, pannolini lavabili, tagliaunghie, libri e giochi.

Ogni anno, la composizione del pacchetto varia a seconda degli imput che l'Istituto di Previdenza raccoglie dalle mamme. A non cambiare, però, dal 1938 a oggi è la condizione per ricerverlo: la mamma in attesa si deve sottoporre a periodiche visite mediche di controllo ginecologico e a visite di ostetricia, a partire dal quarto mese di gravidanza. 

La via indiretta è la migliore

La genialità del pacchetto consiste nel fatto che, grazie a esso, la quasi tuttalità delle madri finlandesi sono state inserite nel circuito dell’assistenza sanitaria e, specialmente negli anni tra le due guerre, hanno potuto ricevere un'educazione alimentare e di prevenzione che ha dispiegato i propri effetti sul lungo termine.

Già dal 1940, infatti, all'interno del pacchetto vennero inseriti materiali didattici rivolti non solo alle madri, ma anche ai padri. 

Oggi la Finlandia conta 5.268.799 abitanti, così suddivisi:  il 15.8% da 0 a 14 anni, il 12.1% da 15 a 24 anni, il 38.1% da 25 a 54 anni, il 38,1% da 55 a 64 anni, il 19% dai 65 anni in su. Come abbiamo già ricordato, nel 2014 sono stati donati i 37.582 pacchetti. E anche se 21.373 donne hanno scelto la sovvenzione in denaro, il 91,2 % delle madri al primo figlio ha scelto il pacchetto, così come lo hanno scelto il 45,4%  delle donne che aspettavano il secondo figlio e il 42,2 % tra quelle che aspettavano il terzo. 

Al di là dei numeri, il pacchetto maternità ha anche un valore simbolico importante e fa oramai parte di un sistema che, sull'idea di bene comune,  ha incentrato gran parte della propria etica, del proprio benessere, della propria idea di generatività comune. Presente e futura.

@oilforbook

 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.