Cultura

Un documentario per raccontare il sogno di una nuova vita attraverso gli occhi dello straniero

di Rossana Cavallari

Se è vero che non si può vivere la realtà di oggi senza prendere posizione e senza avere la consapevolezza di ciò che ci circonda e di chi ci vive accanto è anche altrettanto vero che il mondo della cultura sta tornando a dare spunti di riflessione interessanti.

C’è voglia di comprendere e di guardare oltre per indagare, approfondire e provare a scardinare quei pregiudizi che sono, spesso, figli della poca conoscenza.

Ecco perché segnalo, in questo spazio, Cowboy Makedonski di Fabio Ferrero docufilm che sarà presentato in questi giorni al Torino Film Festival nella sezione dedicata al miglior documentario italiano.

Ambientato tra l’est dei Balcani e l’ovest delle Langhe Cowboy Makedonsky racconta la storia di Goran, arrivato in Italia vent’anni fa alla ricerca di una vita migliore. Attraverso i suoi occhi si vive un precario equilibrio capendo come la crisi economica, che ha colpito il nostro paese, obblighi gli stranieri a riconsiderare per l’ennesima volta le prospettive di un’esistenza che pare non possa trovare senso e stabilità. Goran incarna le evoluzioni di un territorio e di una società sempre più complessa nella quale lui, incapace di stare al passo con il cambiamento, decide di non stare più intraprendendo un viaggio stavolta a ritroso, verso est, verso casa. Un viaggio che non sarà più facile di quello fatto alla partenza.

Ascesa e declino di un uomo che ha fatto della ricostruzione della sua esistenza uno stile di vita imposto dalle condizioni sociali e che ci permette di provare a comprendere meglio il destino di molte persone accomunate da un senso di smarrimento e frustrazione, persone tagliate fuori dal mondo del lavoro e incapaci di affrontare il presente con lucidità e determinazione.

Sono i migranti che molte volte giudichiamo accesi dalla miccia di un livore non giustificato e non ci rendiamo conto che al loro posto potremmo esserci noi che oggi viviamo in una società sempre più povera di opportunità e valori in cui credere e ai quali potersi aggrappare per provare a ricostruire qualcosa che possa fare bene, che possa dare speranza.

Un documentario per provare a rileggere le nostre storie attraverso quelle degli altri cambiando il punto di vista che, ancora una volta, diventa la lente di ingrandimento attraverso la quale spostare lo sguardo per andare oltre l’apparenza.

I dati ISTAT, aggiornati a gennaio 2018, registrano la presenza di oltre 7mila macedoni in Piemonte che rappresentano il 10,1% della popolazione complessiva e l’1,56% su tutta la popolazione straniera.

Molti di loro hanno trovato lavoro nel settore agroalimentare nelle zone delle Langhe contribuendo alla produzione vitivinicola di un territorio i cui prodotti sono considerati simbolo del Made in Italy. Dati che danno l’immagine della geografia interna di un paese che dovremmo cercare di leggere quanto meno per provare a raccontare la realtà con parole diverse.

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