Salute
Un defibrillatore in spiaggia
Le scuole, si sa, sono chiuse. Quelle a cui è stato donato un Defibrillatore di Trenta ore per la vita pure e l’apparecchio rimane lì in attesa della riapertura. Giovanni Giordano preside dell’istituto Castellabate (SA) ha un‘idea: perché non trasferire il defibrillatore in luoghi di villeggiatura, durante la chiusura delle scuole?
E’ così che un defibrillatore è ora operativo allo stabilimento balneare “Lidò Castellabate”, sito in zona Lago di Santa Maria di Castellabate (SA) dopo il suo spostamento dall'Istituto Comprensivo "Castellabate San Marco autonomia 147" e in spiaggia rimarrà sino a settembre.
Un’iniziativa nata grazie all’intuizione del preside Giovanni Giordano che ha immaginato un uso alternativo del defibrillatore ricevuto da Trenta ore per la vita, al lavoro di Trenta ore per la vita che ha coinvolto Gaetano Della Corte, istruttore di BLS-D (basic Life Support – Defibrillation), e gestore di uno stabilimento balneare che dista solo 5 km dalla scuola.
Più che un prestito, si tratta di uno scambio. Nel corso dei mesi scorsi Gaetano Della Corte ha formato gratuitamente il personale della scuola all’utilizzo del DAE, in cambio, d’intesa con il preside, ha ricevuto lo stesso durante la stagione estiva per dare maggiore sicurezza ai numerosi bagnanti del litorale.
Quello di Castellabate è il primo defibrillatore della Campagna di Trenta ore per la vita che viene trasferito in spiaggia. Attendiamo di raccontare altre belle storie come questa.
Un risvolto nuovo della campagna defibrillatori portata avanti da “Trenta ore per la Vita”, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, per promuove la cultura del primo soccorso in situazione d’emergenza, con particolare attenzione alla tematica della defibrillazione precoce e alla problematica realtà delle morti per arresto cardiaco improvviso.
L’incidenza della morte cardiaca improvvisa è paragonabile a quella determinata dalla somma dei principali tumori conosciuti ed è 10 volte superiore a quella legata agli incidenti stradali e circa 50 volte superiore rispetto alla mortalità dovuta all’AIDS. Duecento morti ogni giorno, una ogni 8 minuti, molte in giovane età, molte evitabili.
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