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Un compito per i cattolici,più coraggio più territorio

movimenti Ad Assisi il seminario nazionale di Retinopera. Parla il coordinatore

di Redazione

Nata nel 2002 come coordinamento tra diverse realtà del mondo cattolico impegnate nel sociale (dall’Associazione cattolica all’Agesci, dalle Acli a Sant’Egidio, dalla Coldiretti alla Compagnia delle Opere), Retinopera si è costituita formalmente come associazione nel novembre 2005. Oggi sono 18 le realtà associative presenti, le ultime adesioni hanno riguardato Rinnovamento dello Spirito, Focolarini, Mcl e Confcooperative, ed esprimono milioni di cattolici impegnati in opere sociali in tutt’Italia. Da gennaio, coordinatore dell’associazione è Franco Pasquali, direttore di Coldiretti, che ha inaugurato venerdì 26 settembre il tradizionale seminario nazionale di Retinopera al Sacro Convento di Assisi, sul tema «Bene Comune, povertà emergenti e ricchezze negate», chiedendo ai presenti più coraggio nel contribuire alla costruzione di un nuovo mondo. Un seminario che ha visto la presenza di tre importanti rappresentanti della Conferenza episcopale italiana: oltre al vescovo di Assisi, Vincenzo Paglia, anche Arrigo Miglio e Giuseppe Betori. Segno di un’importante consonanza con quanto ha detto il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, che ha tra l’altro lanciato l’allarme sul rischio povertà «delle fasce più deboli e delle famiglie monoreddito».
Vita: Sembra di vedere una forte consonaza tra gerarchia e laici…
Franco Pasquali: Certamente il riferimento alla Chiesa e al suo insegnamento anche sociale alimenta il nostro pensiero e ci spinge a un più di responsabilità. Le tensioni fortissime di un mondo in grande trasformazione ci indicano che attraversiamo un momento di transizione anche confusa e spesso, per molti, dolorosa. Siamo in un momento di vera riscrittura del mondo. Perciò, credo, è anche un momento di grandi opportunità per chi ha idee chiare e un progetto di società da proporre.
Vita: Quale progetto?
Pasquali:Pensiamo che il vecchio modello del liberismo fondamentalista sia finito ed è venuto il momento di pensare a coordinate nuove per il futuro nostro e dei nostri figli. Questo ridisegno del capitalismo deve vederci protagonisti nel portare al centro un nuovo umanesimo. Pensiamo, per esempio, al fatto che per mettere una pezza al disastro finanziario negli Usa provocato dall’ingordigia di banche e finanziarie, il governo federale ha assunto un impegno di circa 700 miliardi di dollari, senza che nessuno ricordasse il miliardo e mezzo di persone che vivono con poco più di un dollaro nella povertà assoluta e a cui basterebbero 3 o 4 miliardi di dollari per conquistare una vita più dignitosa. Nella riscrittura del mondo bisogna che qualcuno sottolinei queste cose. Viviamo, insomma, un contesto che chiede ai cattolici più responsabilità, c’è da suonare questa sollecitazione e favorire pensieri comuni anche sul futuro del nostro Paese.
Vita: Guardando anche alla politica? In tanti se lo chiedono dopo le parole del Papa a Cagliari…
Pasquali: Il nostro impegno e responsabilità è quello di creare una realtà di approfondimento tra le nostre realtà associative che hanno una base davvero popolare (chi oggi può dire così?), e questo è già fare politica giacché la politica non è qualcosa che pertiene al solo recinto dei partiti. La nostra è una responsabilità che mettiamo in campo nella relazione tra associazioni e tra queste e il Paese, promuovendo anche nuove competenze e nuova coscienza e contribuendo a rafforzare la rete anche sui territori, nei comuni, nelle parrocchie. Sempre di più sui territori oltre che a livello nazionale.

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