Fabio Fazio, che nell?iconografia tv ha da tempo preso il posto che fu della Bonaccorti e della Carrà, ha lasciato domenica scorsa la Rai con l?ultima puntata di ?Quelli che il calcio?. Una puntata monumentale, per l?assomarsi della retorica dell?addio al conduttore (comprensiva del prezzemolino Zaccaria, quattro trasmissioni in soli 3 giorni) alla retorica romanista per la conquista dello scudetto. Come è noto Fazio passerà a La Sette, nuovo canale tv del gruppo Seat. Per spiegare la sua scelta, Fazio aveva almeno undicimila milioni di ragioni (11 miliardi, tale è il suo nuovo compenso). E invece no. A Fabio Fazio i soldi non interessano, la verità è che lui è una vittima e insieme un eroe. Al Corriere della sera (15/06) ha spiegato così la sua scelta: «Non ero tranquillo ero nella lista di proscrizione di Gasparri che ora è diventato ministro delle telecomunicazioni. (?) Sono in una tv libera senza liste di proscrizione dove ognuno può dire ciò che vuole» Insomma un Fazio che vola alto, altissimo, nessun cenno al supercontratto, al vile denaro. Caro Fazio il problema non è poter dire ciò che si vuole (per questo basta un Costanzo show qualsiasi), ma poter e voler dire ciò che si deve. Il resto è ipocrisia
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