Volontariato

Un comico in cattedra. Stupor Benigno

Qual è la forza del grande attore toscano? Di andare incontro alla vita con un amore travolgente. Ecco una memorabile antologia delle sue ultime e rare interviste

di Redazione

C ?è una qualità che fa di Roberto Benigni un qualcosa di unico: è la capacità di stupirsi e di stupire. Lo ha fatto anche sul palco di Sanremo. Ma non era la prima volta. Nella certezza che sentire uno così rende il cuore pieno di amore per le cose e per la vita, vi proponiamo un?antologia di battute con cui Benigni ci ha stupiti, dall?uscita di La vita è bella in poi. Il dono della povertà è la cosa più alta, più bella, non c?è bisogno di spiegare questo concetto, mi sembra ovvio che la povertà è un grande dono. In questo momento voglio ringraziare i miei genitori che mi hanno fatto essere un bambino felice, con un grande senso del mondo, della natura: mi hanno insegnato tutto questo e perciò io sarò grato per tutta la vita. Continuerò a fare i miei film come ho sempre fatto. Voglio rimanere piccolo, perché quando rimani piccolo puoi guardare le irripetibili meraviglie della creazione. Ho capito che tutti cercano la stessa cosa: la verità, la bellezza. È proprio come quando la melodia ti viene a trovare. Non che tu vai a trovare la melodia. E questo è bello quando accade. E quando accade non si può che seguire questa cosa qua. Il gioco credo sia il dono più bello. Nel gioco c?è sempre uno scatto. Come se si dovesse andare avanti. Un incitamento divino. È l?imitazione della realtà. Le opere che durano o sono erotiche o sono religiose, non c?è niente da fare. Sennò muoiono subito. Io sono zuppo di religione sin da bambino. Il primo mestiere che volevo fare era il santo, da quando sono bambino. Prendevo informazioni se c?era una scuola o qualcosa per diventare santo. La speranza, tra le virtù teologali è quella più bambina, la più semplice, la più infantile delle virtù e quindi la più giocosa. È dalla leggerezza di questa virtù che parte tutto. Porgi l?altra guancia, o anche il prossimo tuo come te stesso, sono delle cose spaventose. Noi le abbiamo prese così, ma quando io le leggo, sobbalzo perché dico: ma chi l?ha detta una cosa così? A dire una cosa così si capisce perché uno possa venire ammazzato. Ha scardinato tutta la morale dell?umanità. Quando il riso sgorga dalle lacrime, si spalanca il cielo. La poesia è il punto di arrivo di qualsiasi opera, di qualsiasi creazione. Cosa c?è di più poetico che vedere un tramonto? Allora qualsiasi cosa tende alla poesia. Le cose più potenti e strepitose del mondo non le si riesce a spiegare. Se mi dicono facci capire come si apre un frigorifero, glielo dico. Ma come mi sono innamorato della mia moglie, non mi riesce. Quest?idea è una cosa straordinaria, come l?amore per la mi? moglie. è veramente un mistero, non si capisce da dove nascono le opere. Sant?Agostino, quando gli chiedevano del tempo, cosa è il tempo, rispondeva: «se non me lo chiedete lo so, se me lo chiedete lo ignoro». Ne La vita è bella io non muoio perché sono politicamente impegnato, né perché sono un ebreo praticante. Io muoio per andare a cercare lei, mia moglie. Io penso a lei, penso che ho voglia di fare all?amore con lei, di stare con lei. Ognuno di noi quando legge è come Gesù. I personaggi che incontriamo leggendo hanno bisogno di noi, di vivere, di farsi notare, ci attorniano, ci dicono: «Guardami, ascoltami, amami…» ma nella moltitudine quasi tutti si perdono. Pinocchio no. Pinocchio riesce a toccare il lembo del mantello. E ogni volta che lo leggiamo, diciamo: «Qualcuno mi ha toccato». Pinocchio sbriciola il cuore di bellezza. Non è un caso che sia il libro più venduto di tutti i tempi, dopo la Bibbia. Ma la Bibbia è avvantaggiata, perché è l?unico libro in cui l?autore del libro è anche autore dei suoi lettori. La Fata Turchina ama Pinocchio così com?è. Lei vorrebbe che Pinocchio non cambiasse mai, che rimanesse per sempre pieno di bellezza e di felicità, ma non si può. Se Pinocchio non cambia, morirà e infatti lei lo salva. Uno va e si beve un bel bicchier d?acqua. Cosa c?è di più bello? Un bicchier d?acqua può essere una cosa strepitosa. Le frasi di Benigni sono tratte da: La repubblica 22 marzo 1999 e 7 febbraio 2001; 30giorni, marzo 1999.


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