Formazione

Un colpo basso, ma non finisce qui

Monta la protesta degli sconfitti / Sono gli under 48. Ovvero quegli enti che non hanno raggiunto il punteggio

di Daniele Biella

Sono gli under 48. Ovvero quegli enti che non hanno raggiunto il punteggio minimo richiesto dall?Ufficio nazionale per vedersi finanziati i progetti. Per molti di loro un vero e proprio colpo basso. Le proteste di Telefono Azzurro e Unione italiana ciechi (vedi Vita n. 22) non sono rimaste isolate.

Non ce lo aspettavamo
«Ci siamo rimasti malissimo», dice Anna Manganelli, responsabile Servizio civile dei Vigili del Fuoco, che si sono visti ridurre a zero i volontari, dopo che nel bando 2005 ne avevano raccolti 600. «Eravamo talmente sicuri dell?assegnazione dei mille posti richiesti», prosegue Manganelli, «che avevamo già creato una rete telematica nazionale per la selezione dei candidati». Lo stesso stupore l?ha provato Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale, ente di prima classe (ovvero con più di 100 sedi sul territorio nazionale) che raggruppa ben 172 associazioni sarde: il progetto da 179 posti non è stato finanziato. Il suo è un j?accuse in piena regola. «Faremo ricorso al Tar del Lazio, è una esclusione inspiegabile. Quest?anno avevamo 180 ragazzi in servizio, per il prossimo abbiamo ripresentato lo stesso tipo di progetto. Mi viene da pensare che siano subentrate altre dinamiche». A cosa sta pensando? «Parlo di stranezze. Ad esempio, ho notato un boom di progetti approvati per gli enti locali ai danni di enti del terzo settore come il nostro», risponde Farru. Maria Paola Tavazza, responsabile Servizio civile di Confcooperative, che si è vista accogliere appena 970 posti sui 2.500 richiesti. «La sovraesposizione degli enti locali rischia di portare a una vera ?occupazione? del servizio civile a scapito di figure storiche che hanno contribuito alla sua nascita», sostiene la Tavazza, che poi osserva: «Sembra che chi sa ?scrivere bei progetti? abbia avuto la meglio su chi è radicato nel territorio da anni. Spero che poi per ogni progetto approvato si verifichi davvero la validità sul campo».

E adesso via alle ispezioni
Di ispezioni parla anche l?aclista Rocco Savron, secondo cui «è fondamentale controllare che il giovane in servizio non sia la soluzione alle carenze organiche dell?ente locale. Altrimenti si mina il significato profondo della scelta del volontario». Le Acli si iscrivono a buon diritto nella lista nera dell?ultimo bando: solo 3 dei 21 progetti presentati sono stati finanziati, per 320 volontari sui 1.170 richiesti. Una vera débâcle, che forse potrebbe essere ridimensionata da un bando straordinario. «Ma non vogliamo una sanatoria dei progetti», precisa Savron, «c?è una certa qualità da rispettare. Piuttosto, siamo pronti a riscrivere con l?Ufficio nazionale parte delle norme di valutazione degli stessi progetti». Su questo, tutti i ?danneggiati? sono d?accordo.

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