Cultura
Un Clooney da Pulitzer
"Good night, and good luck". Un film storico e attuale, una sceneggiatura intelligente e attori coraggiosi. Che sanno che recitare è un modo per affrontare le nostre miserie
La vicenda raccontata da Good Night, and Good Luck ha il sapore della contemporaneità calata in un non lontano passato. Quando, nei primi anni 50, l?America era percorsa dai fantasmi dell?ossessione, assetata di ansia di libertà e al tempo stesso di desiderio di difendersi dai ?diversi?, estranei e perciò nemici, divisa tra esaltazione dell?individualismo e sottomissione a uno ?scopo più grande?. Erano gli anni della guerra fredda e del maccartismo: persino le guardie e le spie si guardavano in cagnesco, desiderose di azzannare per prime i traditori, cioè i comunisti e i loro simpatizzanti. Un clima a dir poco pazzesco, che fece non poche vittime illustri anche a Hollywood: fra i delatori Elia Kazan e tra i perseguitati Chaplin, persino lui.
A quell?atmosfera ci riporta il film tratto da una storia vera, il cui protagonista è un anchorman della Cbs, Edward R. Murrow (David Strathairn, giustamente premiato a Venezia con la coppa Volpi come miglior attore). Murrow fu fra i pochi a non lasciarsi intimorire dalle minacce ?patriottiche? ed ebbe il coraggio di opporsi pubblicamente alla caccia alle streghe realizzando inchieste televisive che mostravano al pubblico americano i soprusi, i metodi inquisitori e le barbare black list del senatore Joseph McCarthy, presidente di una Commissione di inchiesta che si riteneva al di sopra di qualunque legge.
Va da sé che i possibili riferimenti all?attualità sono fortemente voluti da un Clooney regista e sceneggiatore (premiato a Venezia assieme a Heslov). Forse ha pensato ai prigionieri di Guantanamo, alla ?esportazione? della democrazia stelle-strisce nel mondo, al ruolo del giornalismo e alla sempre più compromessa libertà d?informazione. Il risultato è una pellicola intelligente, benissimo recitata e arricchita da uno stile prezioso in un bianco e nero sgranato, che mostra il ricordo di tanti classici (partendo, naturalmente, da Quarto potere di Orson Welles, cui Clooney sembra richiamarsi non tanto per la tematica quanto per alcuni aspetti di struttura narrativa, per alcune soluzioni di messa in scena, l?uso delle luci e la molteplicità di punti d?interesse nella stessa inquadratura).
Quanto a Clooney, è stato veramente bravo a mettersi al servizio della storia. Forse è vero che ci sono due tipi di attori. Quelli che si sentono star e guardano il mondo dall?alto, e gli altri, consapevoli che recitare è solo un modo più estroverso di essere nel mondo e confrontarsi con le sue miserie.
Good Night, and Good Luck
di George Clooney, Usa
Con David Strathairn e George Clooney
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