Famiglia
Un cd per il pd, ecco il think tank del sociale
Fra i promotori, tanti nomi noti del terzo settore: «Non cerchiamo poltrone. I nostri temi? Welfare, sussidiarietà, ma anche laicità»
di Redazione
Si chiamerà Cd e sarà la stampella ?associativa? del Pd. Cd sta per Cittadinanza democratica. Pd, ovviamente è il Partito democratico. Una costituenda corrente della costituenda Cosa del centrosinistra italiano? «Per carità, nessuna candidatura, piuttosto un pensatoio che metta le nostre esperienze al servizio di questa parte politica». A parlare è Edoardo Patriarca , ex presidente Agesci, ex portavoce del Forum del terzo settore, e attualmente membro dell?Agenzia governativa per le onlus, che di questo progetto è uno degli animatori insieme anche a Felice Scalvini , presidente di Cfi – Cooperazione finanza impresa, che aggiunge: «Il nostro compito è quello di portare nel dibattito i temi che ci appartengono». Il documento programmatico («ancora aperto e passibile di miglioramenti», alcuni termini come ?militanti? in effetti sanno un po? di vecchio) è stato ad oggi sottoscritto da un centinaio di protagonisti della società civile. Fra i tanti: Filippo Fossati (Uisp), Giampiero Rasimelli (anche lui ex portavoce del Forum e membro dell?Agenzia onlus), Maria Guidotti e Vilma Mazzocco (le due portavoce in carica), oltre al tesoriere Benito Perli, Lino Lacagnina e Marco Granelli (Csv), Lucio Babolin (Cnca), Fabio Salviato (Banca Etica), Flavio Lotti e Grazia Bellini (Tavola della pace), Antonio Sambo (Civitas), Licio Palazzini (Arci Servizio Civile), Roberto Della Seta (Legambiente) e Sergio Marelli (Focsiv – Associazione ong). Una schiera qualificatissima. C?è da augurarsi, però, che l?operazione non si riveli un boomerang. Il dubbio è lecito: un?identificazione così netta con una parte politica non rischia di bruciare un patrimonio di indipendenza a lungo cercata e costruita? «Chi sale sul carro, lo fa a titolo personale», spiega Patriarca. Possibile? Vedremo.
Quanto alle basi a cui ancorare la piattaforma ecco le idee-guida. La riforma del welfare, «come naturale», al primo posto in agenda. Quindi la sussidiarietà, la pace e la democrazia partecipata. Gli ingredienti insomma sono sempre gli stessi, a prescindere dalla discesa in campo, «ma in questo modo permettiamo al Pd di aprirsi davvero ai territori e alla società». L?orizzonte dunque è anche quello di scompaginare gli equilibri culturali. L?annoso dibattito sulla laicità per esempio: «Le nostre biografie e l?amicizia che ci lega dimostrano come nel mondo associativo sia stato possibile creare percorsi di convergenza: è un modello da replicare».
Il dado è tratto. Cd, intanto, ha già fissato il prossimo appuntamento dopo il debutto di inizio luglio. Nella seconda metà di settembre sarà varato il manifesto programmatico definitivo. Un mese più tardi si terranno le primarie del Pd. Nessun assegno in bianco però. «Se il nuovo partito si dimostrerà impermeabile alle nostre istanze», conclude Scalvini, prenderemo altre strade».
Per info: www.cittadinanzademocratica.org
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