Non profit

Un calcio alla galera

A Torino, Napoli e Catania c’è un’alternativa al carcere minorile: il lavoro socialmente utile

di Alessandra Camarca

Sport e carcere, un binomio che fa pensare a un palliativo per chi deve passare un lungo periodo della propria vita chiuso in una cella, vedendo dalla finestra sempre e solo lo stesso pezzo di cielo. Ma se lo sport è anche riabilitazione e non solamente la partitella improvvisata nel cortile del penitenziario, le cose cambiano radicalmente. E proprio questa è l?idea che sta alla base della politica rieducativa che la Uisp, l?Unione italiana sport per tutti, porta avanti in Italia da molti anni all?interno delle carceri, soprattutto minorili. In questa ottica ?Ragazzi fuori? potrebbe essere lo slogan efficace del progetto Uisp-Wwf, già approvato dal ministero di Grazia e giustizia, per il decollo del quale si attende solo che vengano siglati i vari accordi locali. Il suo principale obiettivo è la riqualificazione dell?ambiente urbano e anche la costruzione di nuovi percorsi sportivi come uno strumento per consentire ai ragazzi provenienti dalle aree estreme del disagio minorile, di reinserirsi attivamente in prima persona nella società. L?iniziativa, che avrà i suoi centri pilota a Torino, Napoli e Catania, coinvolgerà sessanta ragazzi in ?odor di pena?, su cui pendono misure cautelari non detentive (permanenza in casa, prescrizioni, sospensione della pena, collocamento in comunità) per dodici mesi a partire dal giugno 1998. I ragazzi saranno pagati per intervenire in prima persona nella realizzazione di progetti di miglioramento di alcune aree verdi degradate dei loro quartieri, sotto la guida di operatori qualificati con la supervisione dell?ufficio centrale per la giustizia minorile. «Verranno attrezzati nuovi percorsi sportivi all?interno delle aree verdi riqualificate», afferma Gabriella Stramaccioni, tra i responsabili del progetto minori area penale Wwf -Uisp, «che daranno la possibilità a quanti si troveranno a passeggiare nel verde delle loro città di praticare sport all?aria aperta, attraverso l?installazione di cartelli e attrezzi ginnici». La collaborazione tra le associazioni (una di sport di base e l?altra ambientalista) mira soprattutto a rinsaldare i legami tra i ragazzi e il territorio di nascita. Un ambiente con il quale invece, spesso i giovani a rischio carcere sono in lotta. Altro punto di forza del progetto sta proprio nel carattere di estrema concretezza dell?iniziativa, che permetterà di realizzare un lavoro che rimarrà patrimonio delle comunità. Da sottolineare infine l?avvenuta integrazione, spesso difficile, tra il sistema delle istituzioni e l?associazionismo, dall?unione dei quali è nato un progetto utile non solo umanamente ma anche economicamente e socialmente. L’opinione di Franco Baresi «Quando si organizzano iniziative per combattere piaghe sociali come il razzismo o la guerra, è giusto mostrarsi favorevoli e disponibili. Specialmente per chi è abituato a riflettere e a immedesimarsi nelle situazioni, anche quelle sconosciute. I problemi che gli hutu e i tutsi devono affrontare sono veramente immensi. Per noi, che viviamo in una realtà fatta di serenità e benessere, molto spesso risultano inimmaginabili. Quando mio fratello mi ha proposto di partecipare alla partita inaugurale della tournée, non ho esitato un solo istante. Ho vissuto un?esperienza utile, formativa e davvero emozionante. Per noi Baresi, poi, rappresentava anche una specie di ritorno al passato, visto che a Travagliato abbiamo tirato i primi calci al pallone. Sono convinto che il ruolo della stampa sia decisivo per avvenimenti di questo tipo. Bisogna pubblicizzarli molto ed è giusto che ognuno faccia di tutto per perseguire lo stesso risultato: quello di mostrare lo sport per ciò che è e che deve rimanere. Un mezzo potentissimo, cioè, per diffondere nei giovani serenità e voglia di aggregazione». L’associazione Uisp, cinquant’anni in campo Ecolimpiadi, bici in città, sport in piazza sono alcune delle iniziative che l?Unione italiana sport per tutti organizza da anni in tutta Italia. La Uisp nasce nel 1948 e conta ben 11 mila società dilettantistiche (per 600 mila iscritti) che promuovono la cultura dello sport non professionistico: dalle arti marziali al calcio, dal ciclismo al tennis. Tra le attività dell?Uisp quella dedicata al carcere, con ben 20 progetti in altrettanti carceri minorili, dove l?Uisp è parte integrante della politica riabilitativa che viene messa in pratica dal ministero di Grazia e giustizia. Gli appuntamenti più attesi sono le marce accanto ad Amnesty International, le corse di ciclismo a favore di associazioni di terzo settore e ?Vivicittà?, la corsa che ogni anno si svolge contemporaneamente in molte città d?Europa. Per ulteriori informazioni, la Uisp risponde al numero 06/439841.


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