La Ciba Geigy, anni fa, le chiamò le ?malerbe?. Invece l?Insor – Istituto nazionale di sociologia rurale diretto da Corrado Barberis, attraverso il magistrale lavoro di Graziella Picchi e Andrea Pieroni ne ha catalogate 176: non solo commestibili, ma anche nutrienti.
Il libro è pubblicato dalle edizioni Eri-Rai con il titolo Le erbe, atlante dei prodotti tipici. Solo per evocarle: acetosella, asfodelo, bardana, borragine, calendula, dente di leone, epilobio, farfaraccio, issopo, luppolo, pelosella, tarassaco, raperonzolo, vitalba. Come sarebbe semplice cibarsi girando per campi e disponendo a casa di un buon olio, sale e aceto! Queste erbe sarebbero da consumare cotte o crude, tre o quattro pasti alla settimana, promuovendoli a piatto principale e non come contorno.
Facciamo l?esempio di un piatto unico per quattro persone: 125 g di emmenthal, 75 g di speck affettato, otto fiori di tarassaco, dodici fiori di malva, un limone, 150 g di crescione, due carote, 200 g di funghi, 5-6 foglie di lattuga, sale e olio. Tagliare l?emmenthal e lo speck a striscioline, lavare e asciugare i fiori, spremere il limone, lavare e tagliare crescione, funghi, carote, condire e coprire il piatto con i fiori. Dedicati alla Picchi e a Pieroni, che con questo prezioso lavoro ci hanno fatto riscoprire un patrimonio prezioso. Non c?è bisogno di altre proposte: la ricchezza di tante erbe e i nostri gusti sapranno trovare gli abbinamenti per inventare un piatto completo.
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