Sostenibilità

Un bosco nel bicchiere.L’acqua pura vien dagli alberi

Acque pulite? Basta andare alla radice del problema (a cura di Edoardo Isnenghi)

di Redazione

Da una recente indagine svolta da WWF e Banca mondiale è emersa l?importanza delle foreste per garantire l?approvvigionamento idrico delle maggiori metropoli del mondo. Uno dei ?servizi ecologici? forniti dalle foreste cui viene riservata scarsa attenzione è infatti la captazione, regolazione e purificazione dei flussi idrici: le aree coperte da alberi, il sottobosco e il loro sottosuolo, fitto di radici, funzionano come una gigantesca spugna che garantisce, dopo averle assorbite dalle aree montane sovrastanti, il rilascio regolare di enormi quantità di acqua potabile utilizzata dagli abitanti delle grandi città, sempre più assetate. Delle 105 più grandi città al mondo, un terzo (33) dipende in tutto o in parte da bacini idrici coperti da foreste e situati in aree protette: tra di esse ci sono New York, Giakarta, Tokyo, Bombay, Rio, Los Angeles, Barcellona, Nairobi e Roma. Sempre secondo il rapporto, adottare una strategia efficace di tutela delle foreste con la istituzione di aree protette può generare un enorme risparmio perché, ad esempio, è più economico proteggere le foreste che investire in costosi impianti di potabilizzazione. Non deve meravigliare che Roma sia una delle metropoli le cui acque ancora oggi non necessitano di interventi di potabilizzazione essendo all?origine di elevata purezza: il 97% dell?acqua potabile deriva infatti da sorgenti contenute in aree forestali. Non è così per Milano, per esempio, che si approvvigiona principalmente dalla falda acquifera sottostante alle aree urbane e agricole circostanti con pesanti problemi di inquinamento. Considerando che già ora oltre un miliardo di cittadini, soprattutto i più poveri, non hanno accesso ad acque potabili e ad adeguate strutture sanitarie, diventa una responsabilità delle comunità locali tutelare le foreste per garantirsi in futuro la fornitura di acqua di qualità, risparmiando risorse finanziarie. Un ulteriore dato deve motivare gli amministratori pubblici alla buona gestione dei bacini idrografici, alla riduzione delle perdite nelle reti idriche e alla promozione delle misure di risparmio: a un aumento di tre volte della popolazione umana negli ultimi cento anni, ha corrisposto un aumento di sei volte dei consumi idrici. Sicuramente sono le pratiche agricole che consumano le maggiori quantità rispetto ai consumi domestici, ma tutti devono impegnarsi a ridurre i consumi idrici e i governi devono varare piani di protezione delle foreste proprio per poter rientrare in uno degli obiettivi fissati al Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile: dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che non hanno un adeguato accesso alle risorse idriche. Anche il recente congresso mondiale di Durban sulle aree protette ha dedicato molta attenzione al tema dei diversi servizi forniti dai parchi al di fuori dei loro confini: quello della fornitura di acqua di elevata qualità da parte delle aree protette forestali potrebbe costituire un ulteriore argomento per gli economisti più scettici, che dimostra come gli sforzi per tutelare la natura possano portare anche un cospicuo ritorno economico proprio alle comunità locali che spesso si oppongono alla loro istituzione.


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