Welfare
Un bosco anche per il social housing
I segreti del progetto che verrà realizzato ad Eindhoven dallo Studio Boeri, lo stesso del Bosco Verticale di Milano. Sono 19 piani di appartamenti a basso costo con centinaia di piante sui balconi. Una doppia sfida al cambiamento climatico e al disagio abitativo
Un bosco verticale anche per il social housing. È il progetto-sfida a cui è stato chiamato lo stesso Studio che ha realizzato il Bosco Verticale milanese che ha avuto tanti riconoscimenti a livello globale, lo studio di Stefano Boeri. Sorgerà in Olanda, sull’area che un tempo era occupata dai grandi insediamenti industriali della Philips e che oggi è al centro di una grande operazione di riqualificazione gestita da un operatore privato, Sint-Trudo. Per questo la torre si chiamerà Trudo vertical forest. La differenza sostanziale con l’analogo edificio milanese e con gli altri che sempre lo studio Boeri sta progettando in Europa e non solo, è nell’utenza cui sarà destinato: un’utenza popolare e in particolare giovani coppie, che abiteranno nei suoi 19 piani in appartamenti con affitto calmierato. E che godranno naturalmente della presenza sui balconi di centinaia di alberi e piante delle specie più varie. La sfida è doppia: quella al cambiamento climatico e quella al disagio abitativo. «La forestazione urbana non è solo una necessità per migliorare l’ambiente delle città nel mondo, ma l’occasione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno abbienti», ha spiegato Stefano Boeri. La Sint-Trudo prima ha provato a progettarlo “in casa”, ma poi di fronte alle difficoltà hanno deciso di rivolgersi allo studio che aveva realizzato il grattacielo milanese e che a maggio aveva vinto il concorso per un analogo edificio a Utrecht.
Ma com’è possibile costruire un edificio con obiettivi così ambiziosi, dovendo tenere i costi necessariamente ridotti, cioè adeguate alle possibilità di chi l’abiterà? «La Trudo Vertical Forest definisce nuovi standard abitativi», spiega a Vita Francesca Cesa Bianchi, Project Director di Stefano Boeri Architetti. «Ogni appartamento avrà una metratura di meno di 50 mq e disporrà di 1 albero, 20 cespugli e più di 4 metri quadri di terrazzo. Tramite l’utilizzo della prefabbricazione, la razionalizzazione di alcune soluzioni tecniche di facciata, e quindi l’ottimizzazione delle risorse, sarà il primo prototipo di Bosco Verticale destinato ad alloggi sociali».
Il committente ha chiesto di mantenere i costi di costruzione in 1.350 euro al metro quadro. Il ricorso ad elementi prefabbricati ha anche il valore aggiunto di poter rendere eventualmente replicabile il progetto. L’impiantistica è stata studiata per garantire risparmi: l’innaffiamento delle piante è garantito al 100% da acqua piovana raccolta. Gli appartamenti che sono piccoli sono però alti 4,50, in modo da lasciar liberi gli inquilini di studiare soluzioni con soppalchi per aumentare l’area calpestabili. La pianta quadrata dell’edificio garantisce che ogni unità abbia un balcone, e anche i balconi sono stati studiati diversamente, con le piante a raso e non dentro grandi vasi che fanno da balaustra. Così aumenta la dimensione dei balconi e le piante abbassate lasciano entrare più luce, in un paese che essendo a nord, per tanti mesi all’anno ha poca luce.
Poi ci sono le piante, scelte con lo Studio Laura Gatti, che ormai si è specializzato in forestazione urbana. Saranno di 70 specie diverse, con 125 alberi e 5200 tra arbusti e piante. Un bosco davvero…
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