Cultura
Un bocconiano dalla parte dei bambini
Antonio Crinò, laurea in Economia aziendale e lavoro in una software house, ha scelto di lavorare per una ong che si occupa di adozioni allestero. «Qui mi sento utile anche nelle retrovie»
di Redazione
Lavorare nell?ombra, far quadrare i conti e i bilanci di un?associazione e non essere lì ad aiutare in prima persona, ma sentirsi in ogni modo utile agli altri. «Lavorare e ?combattere? nelle retrovie e non al fronte è importante e appagante lo stesso», dice Antonio Crinò che questa esperienza la vive ogni giorno. Direttore amministrativo dell?Ai.Bi. – Associazione amici dei bambini (ente autorizzato per l?adozione internazionale e organizzazione non governativa idonea per la cooperazione internazionale con case famiglia in Italia, Romania, Moldavia e Marocco) Crinò, laurea in Economia aziendale alla Bocconi, gestisce l?amministrazione dell?associazione.
Dopo aver lavorato nella Scuola di direzione aziendale della stessa università milanese ed essere passato per una software house, ha fatto una ?scelta di vita?: «Sin dai primi anni dell?università, m?interessavo di volontariato, ero volontario Avis e donatore, poi dopo alcuni anni di lavoro nel profit, dove ho appreso tante nozioni importanti, ho letto l?annuncio dell?Ai.Bi. proprio su Vita, e ho deciso di provare a portare il mio contributo. Ora sono qui, convinto della mia scelta e con motivazioni sempre più forti». Motivazioni. Oggi sempre più professionisti ?saltano il fosso?, ma quali sono queste motivazioni? «Faccio un esempio: oggi, quando mi trovo a fare gli straordinari o il sabato sono in ufficio per le revisioni di bilancio, penso che in ogni caso sto facendo qualcosa d?utile per gli altri, per i bambini in particolare, e il lavoro non mi pesa ».
Crinò si occupa dell?amministrazione di un?associazione, un lavoro dietro una scrivania , forse meno meno affascinante ed emozionante di quello dei volontari e degli operatori della stessa organizzazioni (i numeri non hanno un?anima) ma altrettanto importante per aiutare gli altri. Soprattutto con l?aumento delle responsabilità nel non profit, le figure amministrative hanno un ruolo delicato. «Il lavoro che svolgo all?Ai.bi . è molto simile a quello che facevo prima, le responsabilità sono le stesse e anche se c?è meno burocrazia, con gli impegni sempre maggiori aumentano anche le difficoltà e le responsabilità: ma almeno mi sento utile».
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