Famiglia

Un Bambino in affido? Sì, se aiuta la famiglia d’origine

L’affido è un istituto che ha l’obiettivo di fornire un aiuto a un bambino temporaneamente sprovvisto di una famiglia.

di Marco Scarpati

Ho ascoltato l?appello di don Mazzi per radio sulla chiusura degli orfanotrofi di Milano e il suo appello all?affido. Mi sono ricordata di una coppia di amici che sarebbero felicissimi di poterlo fare, però abitano a Caserta e sono inseriti nelle liste per l?adozione e l?affido al tribunale dei minori di Napoli. Per loro è possibile chiedere l?affidamento? Alessandra da Caserta

L?affido è un istituto che cerca di fornire un aiuto a un bambino che è temporaneamente sprovvisto di una famiglia. In ciò si differenzia dall?adozione che interviene quando i legami famigliari precedenti devono essere recisi.
Attraverso l?affido si tende a dare un aiuto alla famiglia naturale del bambino, a essa si affianca un nucleo familiare (o una sola persona adulta) che possa accogliere e accudire il bambino che rischierebbe di rimanere privo dell?affetto e delle attenzioni a lui necessarie. Compito dell?affidatario è assicurare al minore il mantenimento, l?educazione, l?istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno. Proprio per la finalità sociale dell?affido, i servizi sociali dei Comuni spesso intervengono con sostegni economici alle famiglie affidatarie e seguono il minore con incontri periodici inviando relazioni al tribunale per i minorenni.

Chi è interessato a diventare genitore affidatario può rivolgersi ai servizi sociali di Comuni o Asl, dove sono organizzati corsi e incontri di preparazione all?affido, proprio come ne vengono organizzati per la preparazione all?adozione. Durante l?affido uno dei compiti degli affidatari è quello di mantenere (ove esistano) rapporti continuativi fra il minore e la sua famiglia originaria. È sempre bene tenere in considerazione che i bambini posti in affido non entrano a far parte del nucleo famigliare dell?affidatario, ma rimangono membri della propria famiglia e in essa devono fare ritorno nei tempi più celeri possibili.

La difficoltà che si riscontra nel dichiarare adottabili bambini in stato di abbandono morale e materiale ha fatto sì che sotto l?istituto dell?affido si confondessero casi di adozione mascherata, casi che non avevano mai fine e che di fatto non prevedano un rientro nella famiglia del minore. Si pensava che era meglio della permanenza in istituto.

La riforma del 2001 ha previsto che gli istituti ove ricoverare i bambini temporaneamente privi di ambiente famigliare debbano essere chiusi entro quest?anno. Lascia perplessi sentire che in Campania (una delle regioni in cui il numero di affidatari è ancora molto ridotto rispetto al bisogno) vi siano coppie che hanno dichiarato disponibilità all?affido e che non sono state ancora contattate.

È possibile che avvengano affidamenti in regioni diverse da quelle dei bambini, ma ciò avviene di norma in regioni confinanti. Avere un affidamento in regioni distanti avrebbe infatti poco senso giacchè esso prevede il mantenimento dei rapporti fra il minore e i suoi parenti.
Marco Scarpati

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