Welfare

Un baby provocatore: parlate meno di noi

L’informazione di questi giorni sui giovani e sulla loro violenza dovrebbe far riflettere. Non lasciamo questi ragazzi soli con se stessi

di Ornella Favero

C?è un quartiere a Padova al centro dell?attenzione per una banda di ragazzini che rubavano, taglieggiavano i compagni, minacciavano, e ora sono stati scoperti, e sono finiti sulle prime pagine dei giornali locali, con l?etichetta di ?baby gang?. Marco è nato e cresciuto in quel quartiere, ora è in carcere, e sulla base della sua esperienza è convinto che qualcosa non funzioni nell?informazione forsennata di questi giorni sui giovani e sulla loro violenza: «Io credo che bisognerebbe evitare di dedicare a queste vicende intere pagine sui quotidiani. Perché ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che è proprio questo tipo di pubblicità ad incentivare certi gesti. Dare tanta importanza a queste azioni che denotano leggerezza e immaturità rischia di portare alla ribalta della cronaca ragazzi dai 15 ai 20 anni che vivono con il continuo bisogno di affermarsi in un gruppo, che spesso fa della violenza e del bullismo la sua arma migliore. Se punizione ci deve essere, dopo si pensi anche a far riflettere gli enti locali, che dovrebbero occuparsi di più del futuro di tanti ragazzi invece di lasciarli soli con se stessi per poi giudicare e condannare quando, per sconfiggere la noia della periferia e sentirsi protagonisti, questi ?baby? provocano danni a volte anche gravi». Qui Piemonte È importante il protocollo di intesa siglato dall?assessorato regionale alla Tutela della salute e sanità della Regione Piemonte con il Provveditorato regionale dell?amministrazione penitenziaria per il Piemonte e la Valle d?Aosta, perché prevede finalmente una attenzione nuova per i detenuti tossicodipendenti, con interventi più omogenei, tempestivi ed efficaci in tutte le carceri piemontesi. Con l?impegno a promuovere attività di informazione e prevenzione sulle dipendenze e a organizzare programmi di formazione congiunta, che vedano la partecipazione di tutti gli operatori coinvolti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA