Volontariato

Un anno fa lo tsunami, cerimonie in Thailandia

Il pese contò oltre 5000 vittime

di Gabriella Meroni

Migliaia di thailandesi e di stranieri, sopravvissuti allo tsunami e familiari delle vittime, si sono raccolti questa mattina sulle spiagge della Thailandia per rendere omaggio alle 5.393 persone uccise un anno fa dall’onda anomala. Cerimonie ufficiali sono previste nel corso della giornata in quattro province del sud del Paese investito la mattina del 26 dicembre 2004 da onde violente, alcune delle quali raggiunsero i 10 metri d’altezza, devastando centinaia di alberghi e abitazioni. Un francobollo per ricordare L’immagine di una gigantesca ondata e un coloratissimo disegno infantile che mostra l’ opera di soccorso: sono le immagini che le Poste thailandesi hanno scelto per due francobolli emessi oggi a ricordo delle vittime dello tsunami che un anno fa devasto’ le coste asiatiche. Quella thailandese non e’ l’unica emissione filatelica legata allo tsunami: la Francia gia’ dopo poche settimane dal disastro realizzo’ un’emissione per raccogliere fondi a favore dell’operazione di soccorso; nei mesi successivi a mobilitare la filatelia a favore della solidarieta’ alle vittime sono stati anche Belgio, Cina, Slovacchia, Sri Lanka e San Marino. Grazie mangrovie Le foreste marine di mangrovie e le barriere coralline hanno contribuito a salvare vite umane dallo onde dello tsunami che un anno fa travolsero centinaia di migliaia di persone nel sud-est asiatico. Lo rivela uno studio in zone dello Sri Lanka, colpite dalle onde assassine, realizzato dalla ‘World Conservation Union’ (Iucn)e pubblicato oggi sulla BBC online. Uno studio ha preso in esame due villaggi: in uno, riparato da foreste di dense mangrovie, morirono due persone soltanto, mentre nel secondo villaggio, privo di questa vegetazione, furono 6.000 le persone spazzate via dallo tsunami. Un sano ecosistema agisce come barriera naturale: ”una delle proprieta’ e’ proprio quella di salvare vite umane”, dice il coordinatore in Sri Lanka dell’unione sulla biodiversita’, Vimukthi Weeratunga. ”Dalle rilevazioni sui danni causati dallo tsunami all’assetto ecologico risulta che la vegetazione di mangrovie ha giocato un ruolo nel limitarli”, ha dichiarato. I ricercatori hanno dimostrato che le mangrovie sono in grado di assorbire tra il 70 e il 90% dell’energia sviluppato da un’onda normale. Ma non vi sono dati attendibili su come questi alberi mitighino l’impatto dello tsunami. Dalla tragedia dello scorso anno pero’ gli abitanti di molti villaggi si sono accorti del riparo offerto loro dalle foreste di mangrovie e ”ognuno si da da fare a piantare mangrovie nelle aree costiere. Purtroppo pero’ non possono essere piantate ovunque”, ha raccontato Weeratunga. Le mangrovie appartengono ad una famiglia di arbusti sempreverdi che crescono su alte radici in dense boscaglie nelle aree costiere e che formano una barriera contro gli eccessi meteorologici. Dopo il disastroso maremoto del 26 dicembre, molti paesi asiatici, oltre all’Indonesia, hanno deciso di “assumere” le mangrovie per la protezione delle loro coste. In molte aree colpite dallo tsunami, come le Maldive, anche le barriere coralline hanno contenuto la forza del mare limitando i danni, agendo proprio come le mangrovie.


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