Cultura

Un anno di buona musica. Bono e gli altri. Il rock suona a ritmo giusto

Usare il proprio carisma e le note per aiutare a capire e per diffondere sentimenti di pace. Così la musica giovane ha riscoperto una funzione molto civile.

di Benedetta Verrini

11settembre 2002. Di qua dall?oceano uno zoccolo duro di gruppi pop britannici si prepara a una grande manifestazione contro l?attacco americano all?Iraq. Dall?altra parte, in un?America che forse ha già smesso di leccarsi le ferite e guarda oltre, va in scena il grande show della commemorazione, con un concerto a Times Square.
Se cerchi alla voce ?impegno sociale?, è stato un anno movimentato per la scena musicale internazionale. Già dieci giorni dopo il trauma planetario dell?attacco alle Torri, le star più amate della musica americana, da Steve Wonder a Neil Young, hanno preso parte a un concerto-colossal trasmesso in diretta tv. Ancora, il mese successivo, il 20 ottobre, tutta New York si è riversata al Madison Square Garden per assistere a un live che ha registrato in assoluto i maggiori incassi del 2001, raccogliendo più di 12 milioni di dollari, con ospiti del calibro di Paul Mc Cartney, Elton John, U2, David Bowie, Mick Jagger.
«è vero, in America c?è stato un forte slancio di iniziative benefiche. Ma attenzione: una cosa è la partecipazione a concerti di solidarietà, un?altra è la capacità di elaborare contenuti. Da questo punto di vista, la musica ha dato risultati deludenti, sembra sempre meno sensibile a ciò che le accade intorno», osserva Gino Castaldo, critico musicale di Repubblica. «Certo, non pretendo che la tragedia dell?11 settembre debba diventare un contenuto da elaborare a tutti i costi. Ad esempio, un artista come Moby ha dato una testimonianza molto genuina del suo stato d?animo nel diario online del suo sito (si veda box). Ma poi nel disco non c?è granché di queste suggestioni? la situazione, dal punto di vista creativo, attualmente è un po? stagnante. A parte naturalmente qualche fulgida eccezione, come Bruce Springsteen».

La città di Bruce
«Se dovessi immaginare una colonna sonora che ha espresso l?11 settembre in tutta la sua portata, in effetti, penserei proprio a lui», aggiunge Gigio Rancilio, critico musicale e capo della redazione spettacoli di Avvenire. «Mi colpisce enormemente la canzone My city of ruins, che Springsteen ha presentato per la prima volta proprio al concerto per le vittime di New York. Forse alcuni hanno pensato che sia stata scritta dopo l?attacco alle Torri. In realtà, era stata composta molti mesi prima e parla di sangue, di una città distrutta, di uomini sparsi negli angoli come foglie. Difficile non rabbrividire di fronte a una profezia di queste proporzioni: significa che Springsteen ha colto, con la sua sensibilità d?artista, un?America che aveva già dentro quelle crepe, quel sangue, quella rovina che poi si è rivelata in tutta la sua violenza. In mezzo a questo scenario, parla di una chiesa le cui porte si spalancano di colpo, di una musica d?organo, e invoca l?aiuto di Dio. Springsteen non aveva mai fatto molto uso di Dio nelle sue canzoni: è come se l?avesse riscoperto di fronte alla constatazione della rovina, dell?infinita fragilità umana».
Ma a parte il Boss e qualche grande vecchio come Neil Young, la scena musicale americana non ha trovato altri spunti elevati per elaborare il lutto e cogliere il disagio del momento.

Il caso Coldplay
«Non dimentichiamo che in America c?è meno creatività, ci sono generi ormai incastrati nei cliché, come l?hip hop o l?heavy metal, e molte giovani stelle che pensano solo al mercato e non all?urgenza di comunicare», ammonisce Castaldo.
Non a caso, sono i giovani leader dei gruppi pop britannici ad aver fatto movimento e opinione in questo ultimo anno. Uno per tutti Chris Martin, il cantante dei Coldplay, che in aprile è stato in viaggio ad Haiti con Oxfam. «Siamo una band impossibile da manovrare e del tutto contrari alla globalizzazione e alle politiche economiche delle multinazionali. Adesso il nuovo impero romano o britannico si fonda su aziende che pensano solo a vendere qualcosa», ha detto recentemente Martin alla stampa.
E, coerenza per coerenza, i Coldplay hanno deciso di rifiutare alla marca di abbigliamento Gap l?offerta di ben 85 milioni di dollari per l?utilizzo pubblicitario della loro canzone Yellow. Altri gruppi sulla loro stessa lunghezza d?onda, come i Blur e i Noir Désir, in precedenza avevano fatto lo stesso.
«Credo sia importante che qualche artista insegni ai giovani a spendersi, più che a spendere», commenta Rancilio. «Peccato che si tratti di gruppi di nicchia o band che non riescono, anche a causa dei testi in inglese, a far passare completamente il proprio messaggio».
Già, cosa comunicano i Coldplay? Ecco alcuni versi di Politik, dal loro ultimo cd: «Guarda la terra dallo spazio, ognuno deve trovare un posto, dammi tempo e dammi spazio, dammi le cose vere e non false, dammi cuore e dammi anima, dammi tempo e dacci un bacio, dimmi la tua personale politica. E apri i tuoi occhi».
Ben detto e ben cantato.

Dai Radiohead a Jovanotti

Non dimenticare
– America: A Tribute to Heroes (AAVV)
Un doppio cd per rendere omaggio all?America, alle sue vittime e ai suoi eroi. è la registrazione del concerto-fiume trasmesso dalla televisione americana il 21 settembre, dieci giorni dopo l?attacco alle torri. Cast d?eccezione: da Bruce Springsteen a Bon Jovi, fino a Sting e Neil Young.

– The concert for New York City (AAVV)
Un altro doppio cd, la seconda maratona musicale per l?America: si tratta del concerto organizzato il 20 ottobre al Madison Square Garden di NY. Tra gli ospiti, Paul McCartney, David Bowie, Mick Jagger.

– The rising
Bruce Springsteen
Ha detto che ogni canzone gli è sgorgata fuori di getto: un insieme di brani che raccontano dell?amore, del lutto, del senso del dovere, della risurrezione. L?America post 11 settembre vista dal Boss, con intelligenza e devozione.

Saluti da New York:
– Stories from the city, Stories from the sea (P.J. Harvey)
Si trovava negli States il giorno dell?attacco alle Torri e ha raccontato di esserne rimasta devastata. Il suo lavoro, realizzato nel 2000, era stato apertamente dedicato a New York. Bellissimo cd, che le è valso il prestigioso premio Mercury Music.

– Is this it (The Strokes)
Vera rivelazione di quest?ultimo anno, gli Strokes faranno impazzire gli amanti dei Velvet Underground. L?Inghilterra li adora. Ma loro sono newyorchesi, e si sente.

Impegnarsi
– Amnesiac (Radiohead)
Sono stati i primi a denunciare il malessere di una società spappolata dalla globalizzazione. Sempre coerenti, attenti alle battaglie civili, ecologiche e sociali, sono i veri guru dell?universo no global. Da ascoltare e riascoltare.

– A rush of blood to the head
(Coldplay)
Il primo album, Parachutes, li ha portati all?affermazione internazionale. Sono seguiti un viaggio ad Haiti del leader del gruppo con Oxfam, e numerose prese di posizione contro le multinazionali e la pubblicità. Sollecitazioni che emergono anche nel nuovo lavoro. Da leggere assolutamente: la dedica ?politica? sulla copertina interna del libretto.

– Up (Peter Gabriel)
C?è grande attesa per l?uscita di questo cd (nei negozi il 21 settembre). Il re della world music si prepara al tour, mentre un popolo di fans e adepti esplora il sito per carpire notizie e sensazioni dal suo nuovo, grande progetto.

Evadere da ogni frontiera
– Clandestino (Manuchao)
Vero che dopo è venuto Proxima estacion: Esperanza, e che ora uscirà un nuovo cd live, ma Clandestino (uscito nel 1998 e dedicato al subcomandante Marcos), resta un vero manifesto politico e musicale. Indimenticabile.

– Mali music (D. Albarn)
E’ l?avventura africana del leader dei britannici Blur, frutto della collaborazione con musicisti locali e della grande passione di Albarn.

Dissacrare
– The Eminem show (Eminem)
Nel video di Without me si traveste da Osama Bin Laden e pesta a sangue il pacifico Moby. L?incontenibile Eminem colpisce ancora?

– Shoot the dog (George Michael)
Ancora non è disponibile l?intero cd, ma è in vendita il dvd di questo singolo: potrete ammirare uno splendido ed esilarante cartoon in cui George si fa beffe di Bush e del suo fidato ?dog?, ovvero Tony Blair.

Italiani doc
– P.G.R. (PGR)
Ecco i Per grazia ricevuta, ex Cccp, ex Csi. La nuova creatura si muove in atmosfere rarefatte e crepuscolari. Con una traccia intitolata 11 settembre: una bellissima lirica del cantante-guru, Giovanni Lindo Ferretti.

– Quello che non c?è (Afterhours)
Un cd musicalmente meno graffiante dei precedenti, ma con testi di straordinario impatto. Come Sulle labbra («E come può il mio amore essere limpido se è la mia nazione che mi inquina?»). Ascoltare per credere.

– Il quinto mondo (Jovanotti)
Di questo cd non si dimenticherà Salvami, singolo di presentazione di un album interamente contro la guerra, con tanto di polemica con Oriana Fallaci.

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