Non profit

Un anno da omosessuale (per finta)

Un gruppo di studenti del Tasso di Roma ha invitato Tim Kurek, autore di "The Cross in the Closet". Oggi e domani due appuntamenti per parlare di fede e omosessualità

di Sara De Carli

Tutto iniziò nel 2009, quando la sua amica Elizabeth, piangendo, gli confessò: «Ho fatto coming out con la mia famiglia ieri. Mio padre mi ha detto di andarmene di casa con tutte le mie cose e che non avrebbe pagato un altro centesimo per la formazione di una figlia lesbica!».  Fino a quel momento anche Tim aveva vissuto i suoi 26 anni da “conservatore cristiano fondamentalista”, anzi, «come un omofobo», come si è autodefinito, con alle spalle «due decenni di educazione nella Chiesa Battista indipendente», dove era vietato vedere i "Power Rangers" «per la loro musica mondana, non per la violenza». Per un anno era stato addirittura  studente alla Falwell Liberty University, l'equivalente evangelica della West Point, dove «mi hanno insegnato a diffidare dei gay: erano tutti positivi all'HIV, pervertiti e pedofili liberali. Sarei cresciuto come un conservatore cristiano fondamentalista e volevo essere un buon "Esempio per Cristo"». Ma quel giorno, davanti alla sua amica Liz, capì che i conti non tornavano. E decise di provare sulla sua pelle cosa significasse essere gay e fare coming out, per un anno. Ci mise tre mesi a decidersi. Provò il suo discorso migliaia di volte davanti allo specchio. La prima persona a cui lo disse fu suo fratello. Da lì in poi il suo mondo andò in frantumi. Quell’anno è raccolto in un libro, “The Cross in the Closet”, uscito a giugno 2012, che vuole raccontare il potere delle “etichette”: per Kurek la lezione principale di quell’anno è che «Satana non è solo il padre delle menzogne, ma anche quello delle etichette». Tim Kurek – che si definisce “an aspiring writer” e ha un blog sull’Huffington Post – oggi è in Italia per la prima a volta a presentarlo. Parlerà di omosessualità e fede. Lo hanno invitato i ragazzi del Liceo Tasso, a Roma.

Simone Ramacci ha 19 anni, frequenta la V, ed è il vicedirettore del giornale della scuola, Tassocrazia. L’idea è venuta a lui, leggendo del libro di Kurek su un sito d’informazione, a gennaio 2013:  «Ho scritto a Kurek per chiedergli un’intervista e lui mi ha detto “se volete vengo ad incontrarvi”», racconta Simone. Simone, che è «vicino ad ambienti protestanti», non ci vede nulla di strano nel fatto che un diciannovenne si interessi di fede e omosessualità, «lo faccio spesso sul giornale della scuola e gli articoli trovano sempre un certo riscontro». Coglie la palla al balzo e si mette a organizzare il viaggio di Timothy in Italia, insieme a Laura Cardinale, il direttore di Tassocrazia. «Kurek ci ha chiesto di coprirgli solo le spese del volo e dell’hotel, circa 2mila euro», spiega Simone. I ragazzi pensano subito al crowdfunding, mettono online il Progetto Tim  su indiegogo e raccolgono 800 dollari. Il resto lo hanno raccolto a scuola, tra i ragazzi, più un contributo arivato dalla Chiesa metodista e dall’associazione Nuova proposta. Oggi pomeriggio Kurek incontrerà i ragazzi al Tasso, domani alle 16 terrà una conferenza nella chiesa battista di via del Teatro Valle 27.

«Ci aspettiamo che tanti come lui, che è partito da una visione molto chiusa e discriminatoria delle persone omosessuali, possano ricredersi sulla loro difficoltà a relazionarsi con persone omosessuali e porsi delle domande, per arrivare a capire che gli omosessuali sono come me», dice Simone. Sullo sfondo il tema del bullismo omofobico, «che qui al Tasso non c’è ma che in altre scuole, dove è più forte il riferimento a certi ambienti di estrema destra, invece c’è. Comunque quando capitano aggressioni a sfondo omofobico il tema è molto discusso anche sul gruppo Facebook di scuola», dice Simone. Intanto porta in giro Kurek per Roma, «non si dà per nulla arie ed è appena impazzito per una minicassata».

 

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA