“Cucù cucù l’aprile non c’è più è ritornato maggio al canto del cucù
”… quante volte ho cantato questa canzoncina pensando al mese di maggio che finalmente arriva e porta con sé la primavera? Tante e tante volte; ho sempre amato il mese di maggio … e ora? Ora il mese di maggio fa quasi paura, porta sofferenza e mancanza, la tua mancanza Papà. E tornano i ricordi dell’anno scorso
Il 3 maggio 2013 era un venerdì, io e Anto avevamo già preparato tutto sin dalla sera prima (e anche qualche giorno prima) la valigia con vestiti per la serata da ballo che avremo passato sulle note dei Ciac Boum, costume e telo mare. Ci aspettava uno dei nostri w/e “ballo e mare” in questo caso da passare A Fayence in Costa Azzurra.
Poco prima della partenza arriva la telefonata di mia sorella Romina: “tu da quanto tempo non senti papà al telefono?” Io non sentivo mio padre da parecchi mesi ormai, dall’ultima volta che mi aveva detto l’ennesima bugia sui soldi che gli avevo prestato e che non mi restituiva mai. Io avevo solo avuto qualche sporadico scambio di sms con lui “Buon 2013” – “Buona Festa del Papà! Come stai? Quando vieni a trovarmi?” – “Buona Pasqua e quando venite a trovarci nella casa nuova? Io e Antonio ti aspettiamo a braccia aperte, lo sai”
Così le chiedo cosa sta succedendo.Insomma, eri sparito, non era la prima volta che lo facevi ma … da tanti anni non lo facevi più, di sparire così. Gli ho dato poco peso, mi sono preoccupata sì, ma ho pensato ad una delle tue pazzie che facevi quando eri più giovane. Così siamo partiti ugualmente, anche se non spensierati.
Il 4 maggio 2013 era un sabato. Io e Antonio ci siamo svegliati non troppo tardi e alle 11.00 eravamo in un baretto francese a fare colazione in attesa di andarcene in spiaggia, a Saint Raphael. Stavo bevendo il caffè qu
ando arriva la telefonata di Romina “l’hanno trovato, a Lainate” (silenzio) io tiro un sospiro di sollievo, ma lei continua “però è morto!”
Ecco Maggio, ti è chiaro quanto io adesso non possa sopportare il tuo arrivo?
Sono seguiti giorni di sofferenza, di ricordi, di pianto, di abbracci, di riavvicinamento con mio fratello e mia madre che non pensavo più sarebbero avvenuti, di amore e di sostegno da parte di mio marito.
Suicidio.
Mio padre si è suicidato.
Debiti. Sono saltate fuori montagne di debiti.
Dipendenza da gioco.
Queste tre parole invece non sono mai state usate, ma queste tre parole sono la causa del tuo gesto estremo.
Adesso, che è passato un anno, queste tre parole sono state sostituite dalla parola Azzardopatia, parola molto più completa che ho imparato a conoscere, insieme a un sacco di persone meravigliose che ho conosciu
to e che ogni giorno lottano per combattere questa grave malattia. E’ una battaglia culturale ed economica quella che stiamo affrontando.
Adesso faccio parte dell’organico dell’Associazione Movimento NoSlot, e al suo interno metto a frutto alcune capacità che ho come quella organizzativa per esempio.
Io e Antonio con la RoxRecords abbiamo attivato una raccolta fondi per sostenere l’Associazione, attraverso la vendita online di una Compilation di musica Folk “TradAction2013” alla quale ben 17 gruppi di musica Folk italiani e non hanno aderito donando un loro buon pezzo di musica tradizionale.
Ho partecipato ad alcuni “SlotMob”: manifestazioni pacifiche dove si
decide di riunirsi in un bar che ha scelto di togliere o di non mettere le SlotMachine e di rinunciare ai guadagni ad esse collegati, e tutti insieme si fa colazione in quel bar o si beve l’aperitivo, e si gioca in altro modo (calcetto, flipper o anche altri giochi organizzati proprio per quell’occasione).
Faccio parte del comitato organizzativo che sta promuovendo la campagna delle “Buone Pratiche” promossa dal Forum delle Famiglie Monza e Brianza.
Ho partecipato anche al gruppo di Mutuo Auto Aiuto della Casa del Giovane di Pavia, Simone Feder mi ha invitato (lui è una delle persone meravigliose che ho avuto la fortuna di incontrare in questo anno) e che mi ha aiutato e tuttora mi aiuta ad affrontare la mia sofferenza.
Un progetto che mi piacerebbe molto poter realizzare è esportare lo stesso modello di gruppo anche qui, zona Monza Brianza, Sesto San Giovanni; e a tal proposito sto collaborando insieme ad alcune persone (fondamentale la presenza di Simone Feder) per poterlo attuare.
All’interno di questo gruppo si parte dalla famiglia come risorsa di aiuto. Un ex giocatore partecipa insieme ad un accompagnatore (scelto dall’ex giocatore) e insieme costruiscono un percorso di uscita dalla malattia; un
percorso lungo e difficile sì ma fatto d’amore.
Ecco, io partecipando a questo gruppo non ho potuto fare a meno di pensare che il mio Papà di famiglie a disposizione ne aveva ben due! E nessuno di noi è riuscito a capire la gravità della situazione. E così la mia mente e il mio cuore si affollano di tanti e tanti SE e MA e FORSE e MAGARI e rimangono tutti senza risposta e sono colmi di sofferenza e di mancanza.
Un giorno mi sono imbattuta in questo pensiero
“Soffrire è sgradevole, ed è naturale voler mettere subito termine alla sofferenza in qualsiasi modo. Eppure, vi sono circostanze in cui sarebbe preferibile non sfuggire sistematicamente alla sofferenza, ma cercare piuttosto di attingere da essa delle forze per una vita nuova. Sì, perché una delle proprietà della sofferenza è quella di risvegliare nell’essere umano delle qualità che non si manifesterebbero mai in altre condizioni. Perciò, quando vi accade di soffrire fisicamente o moralmente, dite a voi stessi che vi viene offerta un’occasione per fare un grande lavoro su di voi.”
Vero, sono d’accordo! Per questo ora io ho deciso di far parte dell’Associazione Movimento NoSlot. Attingo forza dalla mia sofferenza per creare una nuova comunicazione.
Vorrei raggiungere il maggior numero di persone che hanno in famiglia qualcuno affetto da Azzardopatia e dirgli, con calma, guardandole negli occhi, di dare retta ai dubbi che arrivano e che nascono da segnali che il vostro familiare vi manda. Stare attenti soprattutto alle bugie. Un giocatore mente sempre, mente su tutto, anche su quello su cui non è affatto necessario mentire. E soffre, soffre tantissimo.
La famiglia è un bene prezioso, una risorsa. A chi è affetto da questa patologia e soffre mi sento di consigliare di fidarsi dei suoi familiari, di chiedere aiuto anche a loro, di non escluderli dalla propria vita.
Io ho perdonato mio padre e il suo gesto. Nel mio piccolo l’ho perdonato. So che Dio Compassionevole e Misericordioso lo ha già fatto da tempo
Lo so che in tutte queste persone che incontro cerco un pezzettino di mio padre per poter tornare indietro, anche solo un momento e potergli dire tante e tante cose. Magari riuscire ad aiutarlo. Quella più importante è quanto Amore provo per lui. Io sono sicura che lui adesso, in qualunque posto sia, il mio Amore lo sente.
Così questo Amore lo traduco nel mio impegno in questa lotta.
NoSlot!
Rossana Ulisse
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