Politica
Un anniversario triste. Quei 120 milioni per il Terzo settore del sud che non si sono visti
Siamo alle solite, non mancano i soldi, gli stanziamenti, manca la capacità di execution, di attuazione. Lo Stato e le sue articolazioni sono un disastro. Lo dimostra il fatto che l’Italia è riuscita a spendere solo il 35% dei soldi messi a disposizione dai 5 Fondi strutturali europei. E questo deficit, questa incapacità getta un ombra sinistra sulla scommessa prossima del Recovery plan se le cose non cambieranno.
Ora, la controprova arriva da un anniversario che si celebra proprio oggi: esattamente un anno fa, il 19 maggio, fu approvato il Decreto Rilancio che, all’articolo 246 ha stanziato 120 milioni di Euro per le organizzazioni di Terzo settore del Mezzogiorno. Un intervento chiesto da tante organizzazioni di Terzo settore con la Fondazione con il Sud in prima fila. Si chiedeva un ‘intervento urgente” per organizzazioni stremate dalla pandemia e spesso dimenticate dalla lunga teoria di DPCM. Il Ministro Provenzano, ascoltò., prese l’impegno e la norma con relativo stanziamento passo esattamente il 19 maggio del 2020.
Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud commentò così: “una scelta coraggiosa perché significa condividere la nostra visione che considera il sociale come una condizione dello sviluppo economico”.
Dei 120 milioni stanziati dalla legge, 20 erano destinati a progetti contro la povertà educativa. Per questi, l’Agenzia per la Coesione territoriale, ente attuatore della misura, ha pubblicato due bandi: uno di 16 milioni di Euro per le regioni del Mezzogiorno e uno di 4 per Lombardia e Veneto. Sono in corso le valutazioni da parte dell’Agenzia delle 648 domande presentate. Per gli altri 100 milioni, destinati al sostegno diretto delle organizzazioni di Terzo Settore, ovvero per la parte più innovativa e inedita, ancora nulla. E pensare che l’intervento doveva essere urgente!
La fase attuativa, affidata all’Agenzia per la Coesione territoriale, ha segnato il passo, un anno è davvero un tempo troppo lungo, anche considerando le aspettative e le esigenze del terzo settore che si è speso tantissimo in questi 15 mesi e che proprio adesso andrebbe rafforzato evitando di disperdere una risorsa cruciale per il Sud.
Dove sta il problema? Sta nel fatto che lo Stato e le sue articolazioni pubbliche dovrebbero prendere atto di questo dato incontrovertibile di realtà: non siamo capaci, siamo imbrigliati nelle procedure, non ce la facciamo a rispondere ai bisogni soprattutto quelli urgenti. Dopo questa presa di coscienza e bagno di umiltà che so difficile in un’epoca di revanche dello statalismo, dovrebbero individuare queli potrebbero essere i soggetti attuatori di un intervento pubblico, e indirizzare lo sguardo verso le realtà di Terzo settore, soggetti privati che perseguono l’interesse generale.
Proprio riguardo l’anniversario di oggi, i lettori ricorderanno che Fondazione con il Sud che già gestisce, eroga e rendiconta, fondi pubblici come quelli della Povertà educativa, si propose dicendo che avrebbero messo a disposizione la sua esperienza nella definizione dei bandi, nelle attività di istruttoria, valutazione e monitoraggio, assumendo il ruolo di soggetto attuatore dell’intervento. Ma Il Decreto Legge individuò l’Agenzia per la Coesione territoriale come soggetto attuatore. Il ministro Provenzano, ora vice segretario del Pd, fu coraggioso a metà.
Ecco, dopo un anno stiamo ancora aspettando che qualcosa si muova. Peccato.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.