Welfare

Un amico imprevisto per le coop sociali

È uno degli uomini chiave del ministero. A sorpresa, nel corso di un convegno ha difeso l’esperienza della cooperazione sociale. Intervista a Maurizio Sacconi.

di Francesco Agresti

«Stiamo lavorando a delle misure per sostenere le cooperative sociali». Dopo aver affermato di essere favorevole alla creazione di una sorta di mercato protetto e a un maggior ricorso agli affidamenti diretti per sottrarre la cooperazione sociale dalla logica delle gara al massimo ribasso, il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi torna a parlare di cooperazione sociale anticipando a Vita la possibilità che presto il governo possa adottare provvedimenti di favore per il mondo della cooperazione sociale. I primi segnali il sottosegretario Sacconi li aveva lanciati intervenendo recentemente alla presentazione di una ricerca sullo stato di salute della cooperazione sociale realizzato dall?Ires del Friuli Venezia Giulia per conto del partenariato di sviluppo Equal ?Albergo dei matti numero zero?. La cooperazione sociale in alcune regioni, in particolare in quelle in cui è più radicata, sembra segnare il passo, da qui l?idea di rendere questa fase meno traumatica possibile. Vita: Allora onorevole, cos?è questa idea di creare un mercato protetto? Maurizio Sacconi: La mia era una provocazione per sottolineare come sia importante valorizzare la funzione che le cooperative sociali svolgono. Dobbiamo difendere queste imprese che rappresentano un patrimonio sociale ed economico per il nostro Paese. Vita: La sua è solo un?idea o c?è qualcosa di più concreto? Sacconi: è necessario convincere la Commissione europea dell?utilità sociale di questo tipo di cooperazione che non è diffusa in tutti i Paesi europei e che merita di essere sostenuta anche attraverso la possibilità di affidamenti diretti. Non si può pensare di relegare l?attività delle coop sociali alle gare al massimo ribasso. Vita: Cosa propone di fare? Sacconi: Al ministero stiamo studiando delle misure di sostegno alla cooperazione sociale, è chiaro che non dipende solo dal ministero del Welfare. L?idea di fondo è quella di riproporre un modello come quello previsto dall?articolo 14 della riforma Biagi attraverso il quale le imprese possono esternalizzare una parte del processo produttivo affidandolo a cooperative sociali potendo in cambio scontare il numero dei lavoratori impiegati dalla coop tra quelli da computare nella quota di assunzioni obbligatorie. Questo articolo rappresenta un incentivo che spinge a favorire il ricorso e l?affidamento alle cooperative sociali. Ed è questa la filosofia cui dovrebbero essere ispirate le nuove misure che stiamo definendo. Vita: L?attenzione verso la cooperazione sociale è compensata da un atteggiamento punitivo verso la cooperazione. Sacconi: Non è vero. Noi abbiamo il ringraziamento di tutte e tre le centrali cooperative per la politica che abbiamo fatto nei loro confronti. La tesi delle grandi centrali è che in questi anni hanno avuto una politica di favore, attraverso la regolazione del diritto societario e la riforma Biagi che ha regolato la disciplina dei rapporti con il socio lavoratore in senso favorevole alle coop. Non c?è mai stata una legislazione di così esplicito favore nei confronti della cooperazione come in questo periodo. Sostanzialmente le riforme sono state tutte concordate con le centrali.


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